Uomo sciolto nell'acido a Casalguidi, inizia il processo a Luigi Orefice: in aula la madre e un'amica della vittima

Le due testimoni hanno confermato i contrasti fra i due fratelli: "Litigavano spesso. Rosario voleva lasciare la ditta" / LE ACCUSE DELLA PROCURA A LUIGI OREFICE / TROVATI IN UN BIDONE I RESTI DI UN UOMO / IL VIDEO DEL RITROVAMENTO / LE FOTO / IL DNA E' QUELLO DI ROSARIO OREFICE / LA SCOMPARSA DI ROSARIO OREFICE

L'udienza. Nella foto piccola: Rosario Orefice

L'udienza. Nella foto piccola: Rosario Orefice

Firenze, 20 novembre 2014 - Al via il processo davanti alla corte d'assise di Firenze a carico di Luigi Orefice, l'uomo accusato di aver ucciso il fratello Rosario. I resti di Rosario Orefice furono trovati sciolti nell'acido nel marzo scorso in un bidone nascosto nel capannone della loro ditta a Casalguidi.

Nell'udienza di oggi sono stati sentiti alcuni testimoni, tra cui la madre, arrivata da Caserta, e un'amica molto vicina alla vittima. Entrambe hanno parlato dei rapporti conflittuali fra i due fratelli. "Litigavano spesso", ha detto la madre, aggiungendo che "Rosario voleva lasciare la ditta". L'amica ha aggiunto inoltre che "negli ultimi tempi Rosario era molto preoccupato" e anche lei ha confermato che voleva uscire dalla ditta che aveva insieme al fratello Luigi.

Di Rosario Orefice, 38 anni, erano state perse le tracce il 30 aprile 2010. Di lui si era occupata anche la trasmissione 'Chi l'ha visto?'. I resti dell'uomo, il cadavere era stato fatto a pezzi, vennero ritrovati per caso durante i lavori di ristrutturazione di un capannone, di proprietà di Luigi Orefice, 45 anni, già sede dell'azienda dei due fratelli, un laboratorio di verniciatura. Per arrivare all'identità di Rosario Orefice i poliziotti dovettero attendere l'esame del Dna da cui le indagini ebbero una svolta.

Prossima udienza il prossimo 2 dicembre.

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