Omicidio di Ashley: quell'ultimo, disperato tentativo di chiamare i soccorsi

Diaw: "lei voleva cacciarmi, ma io non sono un cane". I genitori della donna sono giunti alle Cappelle del commiato. Il funerale di Ashley si terrà venerdì alle 15 in Santo Spirito

Cheik Tidiane Diaw, il killer di Ashley, e la giovane statunitense uccisa

Cheik Tidiane Diaw, il killer di Ashley, e la giovane statunitense uccisa

Firenze, 14 gennaio 2016 - Un numero, 11, digitato sul cellulare di Ashley Olsen alle 9.20 del giorno dell'omicidio, l'8 gennaio, "evidentemente un ultimo e disperato tentativo di contattare il 112/113/118". È un dettaglio annotato dai pm per indicare l'ora indicativa della morte. La circostanza non sarebbe stata oggetto dell'interrogatorio a cui è stato sottoposto Cheik Tidiane Diaw dopo il fermo. Non è stato quindi stabilito chi abbia digitato quei numeri e se sia stato un gesto volontario. L'uomo, però, ha sostenuto che non pensava di averla uccisa: quando ha lasciato l'appartamento - ha detto - la 35enne era viva e lui non pensava che, nella colluttazione, avesse riportato ferite letali. Nel decreto, i pm definiscono quello dell'uomo un comportamento "improntato a estrema violenza" che evidenzia una "elevata pericolosità sociale", rendendo concreto il timore che "la condotta possa essere reiterata".

I genitori di Ashley Olsen, la 35enne americana uccisa nel suo appartamento di Santo Spirito, a Firenze, sono arrivati alle cappelle del commiato di Careggi, dove c'è la salma della figlia. Intanto, avrebbe ammesso le proprie responsabilità Cheik Tidiane Diaw, il senegalese 27enne che stanotte è stato fermato, in un'abitazione di via Andrea del Castagno, per l'omicidio di Ashley.  L'uomo, durante il lungo interrogatorio, ha confessato agli inquirenti di non aver avuto intenzione di uccidere la giovane statunitense. Secondo quanto raccontato agli investigatori avrebbe incontrato la Olsen al Montecarla e sarebbe poi andato a casa con lei. "I due - ha spiegato il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo - hanno avuto un rapporto sessuale consenziente ma poi hanno litigato". Lui l'ha spinta e lei ha battuto la testa. Motivo della discussione la cacciata dall'appartamento di via Santa Monaca del senegalese. Ashley, secondo quanto raccontato dal giovane, dopo aver fatto sesso col giovane, avrebbe cercato di mandarlo via da casa in maniera brusca,  dicendogli che stava per arrivare il suo fidanzato. Lui ha risposto: 'Non sono mica un cane' e l'ha spinta, facendole battere la testa. Secondo la procura invece lui l'avrebbe colpita alla testa o gliela avrebbe fatta sbattere su una superficie, strangolandola poi con un laccio o una catenina. Quindi nessun gioco erotico finito male.

 "Lei e il suo presunto killer - ha precisato Creazzo - non risulta che si conoscessero prima dell'incontro poi risultato fatale. Sembra che i due si fossero conosciuti la sera stessa in discoteca, al Montecarla. Abbiamo elementi per pensare che avessero assunto sostanze che non li rendevano molto lucidi. Ma si aspettano i risultati degli esami tossicologici".

Ashley dunque è morta, sì, per strangolamento, ma aveva comunque due fratture al cranio che da sole sarebbero bastate a causarne la morte, ha chiarito in conferenza stampa il procuratore capo di Firenze. Intanto ieri sono arrivate le analisi di reperti biologici riguardanti un profilattico e una cicca di sigaretta trovati nel water della ragazza sabato stesso. Secondo quanto dicono i medici legali il rapporto sessuale dovrebbe essere stato consenziente. Non ci sono tracce di violenza sul corpo di Ashley.

Ma chi è il giovane senegalese che ha ucciso Ashley? E' extracomunitario clandestino, incensurato, nato nel 1988, è arrivato in Italia da pochi mesi per raggiungere il fratello. Il fatto che l'extracomunitario fosse irregolare in Italia, ha messo ancora più pressione agli inquirenti per la paura di un pericolo di fuga. "In caso di fuga - ha detto il procuratore Creazzo - sarebbe stato difficilmente rintracciabile. Purtroppo, anche a causa di una certa pressione mediatica, nelle ultime ore si stava rischiando di compromettere l'indagine, per questo ci siamo chiusi a riccio. C'era il rischio di una fuga". 

Il giovane è del tutto sconosciuto alla polizia. A suo carico sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza. Il fatto che alcuni testimoni abbiano visto il ragazzo allontanarsi con Ashley dalla discoteca 'Montecarla', i filmati delle telecamere lo hanno ripreso entrare con la ragazza nel suo appartamento ed in piu' ha inserito la propria scheda telefonica nel cellulare di Ashley. Le prove decisive pero' - ha concluso Creazzo - sono arrivate ieri e sono le prove dei reperti biologici". Il Procuratore Capo ha aggiunto che si sarebbe consumato fra l'omicida e la vittima un rapporto sessuale consenziente

Omicidio aggravato dalla crudeltà per aver agito nei confronti di un soggetto di minorata difesa. È questo il capo d'accusa contestato all'uomo fermato dalla polizia per l'omicidio di Ashley Olsen. Lo ha confermato il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo. L'uomo si trova ora nel carcere di Sollicciano.

A incastrarlo le analisi del dna. A suo carico gravi indizi di colpevolezza: alcuni testimoni lo hanno visto allontanarsi con la ragazza uscendo dal locale Montecarla, altri testimoni lo hanno visto entrare in casa con lei. Questo è stato confermato dalle immagini delle telecamere di sorveglianza stradale. L'uomo ha inserito la propria sim nel cellulare di Ashley. Ora il capo d'accusa che pende sulla testa del senegalese è quello di omicidio aggravato dalla crudeltà per aver agito nei confronti di un soggetto di minorata difesa. L'uomo si trova ora nel carcere di Sollicciano.

Intanto il corpo di Ashley in tarda mattinata è stato portato alle nuove cappelle del commiato a Careggi.  Il funerale  si svolgerà domani alle 15 nella Basilica di Santo Spirito a Firenze. Lo conferma il legale del padre della ragazza Walter Olsen, Anna Maria Gallo. A minuti dovrebbe atterrare all'aeroporto di Firenze anche la sorella. Nel pomeriggio i genitori e la sorella potrebbero arrivare nelle cappelle del commiato dell'ospedale Careggi.

 

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