"Nuova commissione d’inchiesta", stanerà chi ha coperto il Forteto

L’opposizione in consiglio regionale ha già le firme per farla partire

Paolo Bambagioni

Paolo Bambagioni

Firenze, 23 giugno 2015 - Forteto atto secondo. Il consiglio regionale è pronto a chiedere una seconda commissione d’inchiesta. Questa volta non per parlare delle «politiche degli affidi alla luce dei fatti del Forteto» tortuosa formula politichese scelta agli inizi del 2012, all’esplodere della seconda vicenda giudiziaria su Rodolfo Fiesoli, per riuscire a far rientrare dalla finestra quello che il Pd faceva fatica a far entrare nell’aula consiliare dalla porta principale. Difficile per la sinistra militante, anche dopo l’avvento del Pd, riconoscere l’errore in quella cooperativa, associazione, fondazione del Mugello che accoglieva gratuitamente i ragazzi che non potevano restare nella loro famiglia, anche quelli con gravi handicap psichici. Qui fra orti, frutteti e formaggi biologici la sinistra amava specchiare il suo modello sociale. E qui l’ex presidente della Regione, Claudio Martini organizzò persino una bucolica conclusione di campagna elettorale.

Ma quello che soffia sul nuovo consiglio regionale appena eletto è un vento diverso. La prima seduta, fissata per giovedì prossimo, vedrà anche la richiesta formale di una seconda commissione d’inchiesta. Questa volta per affondare il coltello sulle responsabilità politiche.

Nella cartella di Stefano Mugnai, già presidente della prima commissione, e rieletto in consiglio nelle fila di Forza Italia, i fogli sono già pronti. E la richiesta è netta: «richiesta di una commissione d’inchiesta per l’individuazione e l’analisi delle responsabilità politico-istituzionali relativamente alla vicenda Forteto ai sensi dell’articolo 21 comma 2 dello statuto e dell’articolo 56 del regolamento interno dell’assemblea legislativa regionale». Cosa vuol dire che, a norma di legge, la richiesta se accompagnata dalla firma di un quinto dei consiglieri eletti, deve essere accettata.

I consiglieri sono quaranta, vuol dire che bastano otto firme. E i conti si fanno in fretta. Due sono quelle di Stefano Mugnai e Marco Stella di Forza Italia, sette sono quelle che dal fronte dei Fratelli d’Italia e della Lega può portare Giovanni Donzelli. Nove voti. Uno in più del necessario.

E poi c’è il fronte del Pd.

Tre anni fa l’altro convinto grande accusatore è stato Paolo Bambagioni. Raccolse le denunce dei ragazzi e sfidò il suo partito raccogliendo le sedici firme trasversali necessarie a far partire quella commissione. Anche la sua oggi è una posizione netta: «Non mi interessano le strumentalizzazioni politiche, ma sono d’accordo sul fare chiarezza sulle procedure amministrative e sui correttivi possibili per evitare che altri Forteto possano esistere».

Se anche Bambagioni esita, la maggioranza del gruppo Pd che posizione sceglierà? Il diplomatico rinvio alla magistratura dell’intera questione o la ricerca di un perché politico e amministrativo all’infamia di quegli affidi di minori e soggetti deboli che avevano bisogno di aiuto e si sono ritrovati all’interno di una setta. Costretti a subire violenze e abusi. «Sono contento – chiosa Mugnai – che la Regione si sia costituita parte civile, ma le istituzioni devono anche saper chiedere scusa e dare una mano alle vittime perchè possano provare a tornare a una vita possibile».

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