"Firenze è una città meravigliosa". Netanyahu fa il turista nei musei

Accademia, Uffizi e Forte Belvedere: si commuove davanti a Botticelli

Benjamin Netanyahu con la moglie al Forte Belvedere

Benjamin Netanyahu con la moglie al Forte Belvedere

Firenze, 29 agosto 2015 -  SCORTATO a ogni sospiro da quaranta uomini armati fino ai denti, non avrebbe dovuto muovere passo dall’albergo, secondo i piani comunicati dal Mossad, i servizi segreti israeliani. Invece, arrivato a Peretola con tre ore di anticipo rispetto al programma iniziale, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, variabilmente per mano o abbracciato alla bionda moglie Sara, si è immerso nella bellezza di Firenze. Come e più della cancelliera tedesca Merkel a gennaio: a tempo di record era ai piedi del David all’Accademia, affacciato sull’Arno dalla finestra degli Uffizi, a rimirare il panorama al Forte Belvedere.

Con la città bloccata, gli autobus in coda, le auto stoppate da barriere umane armate, con sensi di marcia invertiti all’improvviso, strade chiuse e un dispiegamento di forze dell’ordine pauroso che come Netanyahu può solo Barack Obama. Alle tre del pomeriggio è sbarcato al Vespucci: ad accoglierlo sulla pista il sindaco Dario Nardella, l’amico e presidente di Areoporti Toscani Marco Carrai che con Bibi è rimasto a fare il cicerone per tutta la giornata e l’ambasciatore israeliano a Roma Naor Gilon. «Firenze è una città meravigliosa e sono davvero felice di essere qui», ha detto a Nardella mentre gli stringeva la mano. Qualche parola con il sindaco, convenevoli, ma niente incontri ufficiali: il premier è in visita privata. A

posteriori, dopo il pomeriggio culturale del primo ministro israeliano, la comunità ebraica si è domandata perché non sia stato possibile organizzare un incontro con l’intera comunità anziché con una ristrettissima delegazione. «Non posso dire che non sia stato possibile ma non ci è stato chiesto. E’ stato organizzato in questo modo», cerca di minimizzare la polemica Sara Cividalli, presidente della comunità ebraica di Firenze al termine del breve colloquio che Netanyahu ha avuto con i pochi membri della comunità ricevuti all’hotel Four Seasons dove alloggia. Anche se era stata disponibilità per accogliere oltre venti persone in delegazione, ne sono arrivate meno di dieci: la lista era di sette. Polemica? «Si è persa un’occasione: penso che la comunità avrebbe desiderato incontrarlo, esserci e porre delle domande». Cividalli, sul tema, precisa che «noi non abbiamo richiesto nulla, tutto è stato organizzato dall’ambasciata. In questi ultimi 15 giorni ho avuto ordini e contrordini continui da Israele. Noi abbiamo subito quello che è stato deciso». E la visita alla sinagoga? «Non sappiamo – dice Cividalli – se andrà a visitarla, per il momento non è prevista». Ma oggi è il giorno del riposo ebraico, lo Shabbat. Netanyahu è rientrato ieri sera in albergo e l’unico impegno che ha fissato per oggi è l’incontro con il presidente del consiglio Matteo Renzi a Palazzo Vecchio. E poi la cena in un ristorante del centro. Quindi potrebbe essere il giorno per la visita alla sinagoga di via Farini, magari per assistere alla funzione. A proposito di Renzi, è un «partner chiave» nella lotta «tra le forze del progresso e della modernità e le forze del buio che ci vogliono spingere indietro», ha detto Netanyahu. Parole forti che sottolineano il profondo legame con l’Italia e con il governo del nostro Paese. «Stiamo lottando non solo per il nostro modo di vivere ma per la verità – ha aggiunto –. E stiamo lottando contro le bugie che vengono diffuse su di noi». Firenze è una città bellissima. Una foto con la moglie davanti al David, all’Accademia. Poi, a chiusura, l’arrivo agli Uffizi. Si è commosso ammirando la Primavera del Botticelli in un’estasi da sindrome di Stendhal: è rimasto a lungo in quella sala prima di concedersi un abbraccio con la moglie, romanticamente affacciati sull’Arno. Dopo, un rapido assaggio, guidato da Paola Grifoni – segretario regionale del ministero dei Beni culturali e reggente del Polo museale fiorentino – nella sala all’Annunciazione di Leonardo, al Tondo Doni di Michelangelo, da Piero Della Francesca e nella sala dei Duchi. Fine del tour al Forte Belvedere. E buonanotte, Firenze: è già sorta una bellissima luna piena.

 

 

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