Movida selvaggia, che caos

Il centro si ribella: "Ridateci il silenzio". Incontro pubblico venerdì pomeriggio nell’auditorium del Consiglio regionale

Striscione di protesta in centro

Striscione di protesta in centro

Firenze, 8 febbraio 2016 - Un pacchetto di quattro proposte è già nero su bianco e sta per essere recapitato ed esposto nell’auditorium del consiglio regionale nel corso del convegno «Chi difende la quiete pubblica?». Divieto di somministrazione da asporto a partire dalle 23, applicazione della legge sull’inquinamento acustico che dà potere al sindaco di emettere ordinanze contingibili e urgenti nei confronti dei locali "più fracassosi", la delocalizzazione della movida nelle aree lontane dal centro storico (tipo nella zona della Fortezza da Basso) e uno stop urgente a nuove concessioni di suolo pubblico.  "Movida, diritto alla salute e vivibilità dei centri storici".

Esiste una strada per il giusto compromesso? Ne parleranno i cittadini delle zone più calde della notte vis à vis con esperti. Venerdì (ore 16.15) nell’auditorium in via Cavour 4 interverranno Paolo Caretti, costituzionalista dell’Università di Firenze ("Il diritto al sonno e al riposo" il suo intervento), Luigi Carpentiero, medico del lavoro di Medicina democratica che analizzerà le conseguenze dello stress e della mancanza di sonno sulla salute e Simone Secchi, docente di Fisica tecnica ambientale che metterà sul tavolo i dati sull’esposizione al rumore. Il convegno, organizzato dai comitati ‘Manoiquandosidorme’, ‘Oltrarnofuturo’, ‘Piazza Brunelleschi’ e dal gruppo di ‘Firenze ridateci il silenzio’, nasce dal basso, da chi la notte non dorme o peggio è costretto a ricorrere a medicinali per via della baraonda infernale "che è proprio sotto la finestra". "Non è cambiato niente – spiega Manuela Vannozzi, la portavoce del comitato Manoiquandosidorme –. Tanti di noi sono costretti a ricorrere a psico farmaci, altri a dormire magari in cucina, pur di allontanarsi di qualche metro dall’inferno, altri, invece, preferiscono spostarsi in periferia e affittare le proprie case a studenti alimentando il circolo vizioso Per colpa delle frange più sregolate della notte e dell’incapacità di gestire il fenomeno stiamo cambiando tutte le nostre abitudini con le inevitabili conseguenze sulla nostra salute».

A descrivere la portata del fenomeno ci pensano i numeri: il comitato Manoiquandosidorme, nato per mettere un freno alla movida selvaggia, conta 200 persone, 200 anime che le stanno tentando tutte per riuscire ad avere un po’ di ascolto. "Anche se apprezziamo lo sforzo del sindaco di regolamentare la movida e crediamo che la strada intrapresa sia quella giusta, c’è ancora tanto da fare". I comitati sono compatti nel chiedere più controlli e una sezione che disciplini l’attività dei locali, in particolare una stretta sulla somministrazione. "Esiste ancora la difesa della quiete pubblica? A noi pare di no. Da anni si sono infatti affermate abitudini e convinzioni che negano in radice il diritto a riposare tranquillamente. Ridateci il silenzio – chiede l’omonimo gruppo – contro la distruzione della quiete pubblica e contro la musica imposta".  

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