La morte di Mirko nel lago: malore o botta alla testa; è mistero, risposte dall'autopsia

Il caso del diciannovenne pratese morto al Bilancino. Il suo corpo è stato ritrovato solo dopo ore

Le ricerche nel lago e, nel riquadro, la giovane vittima

Le ricerche nel lago e, nel riquadro, la giovane vittima.

Firenze, 31 luglio 2015 - Il giorno dopo la tragedia allo stabilimento balneare Bahia, sul lago di Bilancino, si cerca di equilibrare la stanchezza e lo stress per una notte insonne, a due passi dalla tragedia, con la normale attività quotidiana di una giornata di alta stagione, e non sembra essere un compito facile; per primi per gli addetti che sono a contatto con il pubblico. Le bocche, sulla tragedia e su quanto successo nella giornata di ieri, sono cucite. E nessuno vuole ricordare i dettagli delle ultime ore di vita di Mirko. Non lo fa la ragazza addetta al bar, trincerandosi dietro il troppo lavoro.

Va meglio con i responsabili della struttura balneare: «Siamo – spiega uno di loro – ancora provati da quanto è successo». Ma come hanno affrontato la serata di ricerche e di soccorsi? E come l’hanno conciliata con l’attività della struttura che la sera (specie nei fine settimana) diventa ritrovo per tanti giovani? «Ieri – spiega uno dei responsabili dell’attività – non era in programma alcuna serata musicale ed è rimasto in funzione soltanto il ristorante». Alcuni clienti sarebbero infatti arrivati chiedendo di cenare, senza sapere quello che era accaduto. Certo, il dramma degli amici di Mirko si stava già consumando, insieme alle tante ipotesi sulla sorte di quel ragazzo sparito nel nulla a due passi dallo stabilimento. Ma questo non ha impedito ai clienti di farsi una bella cenetta vista lago.

Quando Mirko è finito sotto l’acqua e non è più riemerso si trovava in una zona molto frequentata e sotto la vista di due bagnini dello stabilimento Bahia. Forse, fatalità, era nascosto alla loro visuale diretta proprio dai giochi gonfiabili galleggianti. E nessuno, nonostante le tante persone presenti in zona, lo avrebbe visto andare sotto senza più riemergere.

E’ la verità, agghiacciante, che emerge dalle ricostruzioni del giorno dopo. Rimangono, certo, da stabilire la cause per le quali Mirko sia andato sotto l’acqua; anche se prende campo l’ipotesi di un urto accidentale (in un tuffo) con un altro bagnante (che avrebbe avvertito la botta senza però rendersi conto di cosa fosse successo). Comunque non sono, al momento, escluse neanche le ipotesi di un malore o di altro urto. Fatto sta che la vicenda ha comunque dato nuova linfa alle polemiche sulla sicurezza del lago di Bilancino. Da più parti, ad esempio, si è ricordato che anni fa il servizio di pattugliamento dei vigili del fuoco (almeno in alta stagione) era quotidiano, e che ora è limitato solo ai fine settimana. Proprio a questo proposito gli stessi vigili del fuoco spiegano che, ai tempi della presenza quotidiana, il servizio è coperto e finanziato dal Ministero. Venuta meno questa copertura è stata stipulata una convenzione tra enti locali, valida però solo per il fine settimana (e che, addirittura, l’anno scorso non sarebbe stata neanche messa in campo).

«La convenzione attuale – spiega il sindaco di Barberino di Mugello, Giampiero Mongatti – è attiva fin dal 2012 ed è sempre rimasta sotto questa forma. L’attività dei vigili del fuoco si svolge nell’ambito del controllo e della vigilanza sul lago. Non solo – spiega – salvataggio ma anche più generale controllo delle imbarcazioni e delle sponde». D’altra parte, ricorda il sindaco, da sempre la balneazione nel lago è stata classificata come libera e non assistita. Norme alla mano torna tutto per carità, ma il buonsenso interroga: come è possibile se il lago è così frequentato che non si pensi a un controllo per tutta la settimana durante i mesi più caldi come luglio ed agosto. Perché il servizio dei vigili del fuoco è limitato al fine settimana? Non sarebbe opportuno investire risorse nella sicurezza di tutti coloro, e sono davvero tanti, che vanno a passare una giornata di sole a Bilancino? Ironia della sorte, questa volta la tragedia è successa proprio nell’unico punto dove i bagnini c’erano ed erano in servizio. Personale, tra l’altro, descritto come attento e professionale da chi con loro si è trovato a collaborare. E forse allora potrebbe essersi trattato di fatalità. Una tragica fatalità: non dovrebbe capitare ad un ragazzo di 19 anni. Sarà l’autopsia, già disposta dal sostituto procuratore Luca Turco, a chiarire le cause della morte.

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