Movida, la classifica delle strade più 'assediate' dai minimarket

Nella top five via Palazzuolo e via Ghibellina. I dati nei quartieri

La cronista Rossella Conte nel minimarket  di Paras Gogia, portavoce dei commercianti stranieri

La cronista Rossella Conte nel minimarket di Paras Gogia, portavoce dei commercianti stranieri

Firenze, 20 novembre 2014 - I MINIMARKET sono 457. Né uno in più, né uno in meno. E il numero totale dei minimarket, meglio conosciuti come gli alcol shop fiorentini, spuntati come funghi negli ultimi anni in città. Sono loro, i piccoli esercizi commerciali gestiti perlopiù da stranieri, a reggere, almeno fino al mese di settembre, alle intemperie della crisi che ha spazzato via negli ultimi anni una serie di botteghe storiche. Dall’elaborazione dell’ufficio comunale di statistica sui dati della Camera di commercio di Firenze, viene fuori che non solo i minimarket resistono all’inarrestabile moria ma addirittura diventano via via più numerosi: se nel 2012 erano 440, nel 2013 sono diventati 442 e nel 2014 (dati di ottobre 2014) ben 457. Oggi nel centro storico fiorentino abbiamo 264 minimarket, concentrati soprattutto a ridosso delle zone calde della movida.

Nella top 5 entrano zona via Palazzuolo con 16 minimarket, via Ghibellina con 15, via Romana-Serragli con 15, via Faenza con 13 e via degli Alfani-Pilastri con 10. Poi ci sono strade come via de’ Neri o via de’ Macci, anche se piccole, ne hanno in media 4. Proprio il centro è la zona che soffre di più: dal 2012, che ne erano 236, a ottobre 2014, sono cresciuti di 28 unità. Non male per trovarci in uno dei periodi più neri dell’economia mondiale. Il sindaco Nardella già dalla scorsa estate ha annunciato linea dura contro i piccoli esercizi commerciali, «che vendono per il 90 per cento alcolici», parlando di «norme tecniche» da inserire nel regolamento edilizio e urbanistico, «in modo da rendere estremamente difficile aprire strutture alimentari in piccoli spazi» come l’obbligo di prevedere un magazzino di una certa metratura, l’obbligo di prevedere i servizi igienici e una serie di accorgimenti legati alla viabilità, per disincentivare, appunto, l’apertura di un negozietto alimentare nel centro. 

Infatti, per molti fiorentini passeggiare nel fazzoletto di città che da Ponte Vecchio arriva a piazza Santa Croce non è più la stessa cosa. Perché tra le bandierine di Coca Cola, con i significativi menù all incusive, e le chilometriche pareti di alcol, sono pochi i negozi storici che resistono. Per quanto riguarda gli altri quartieri di Firenze i dati sono piuttosto in linea con l’andamento generale: i piccoli esercizi sono più o meno riusciti ad integrarsi col tessuto economico generale. Infatti nel quartiere 2 se ne contano 62 (4 unità in meno rispetto al 2012), nel quartiere 3 ben 30 (2 in meno negli ultimi due anni), nel 4 siamo a quota 43 in crescita rispetto ai 38 del 2012 e nel quartiere 5 ce ne sono 58, dieci in meno rispetto al 2012. Insomma, è stato proprio il centro storico fiorentino a fare la fortuna dei minimarket: frequentato dai turisti a caccia del souvenir last minute, dagli studenti alle prese con la spesa da fare agli orari più impensabili e  dalla banda della notte a caccia di birra e bocce di vino low cost. 

«Se prendi due multe ritiro della licenza e stop all’apertura in centro storico dei minimarket» va dritto al punto il capogruppo di Forza Italia Marco Stella. «Due provvedimenti - prosegue – semplici e attuabili, le norme lo consentono, la prima va inserita nel codice del commercio, la seconda nel regolamento urbanistico che ci apprestiamo a votare. Non bastano più la sanzione amministrativa e la chiusura per alcuni giorni, se i minimale sono recidivi dobbiamo avere il coraggio di chiuderli per sempre».

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