Cittadella viola alla Mercafir, i grossisti alzano il tiro: il ricorso al Tar è ormai alle porte

Chiesti gli atti al Comune. "E’ come un esproprio, non ci stiamo"

L’area Mercafir (Marco Mori/New Press Photo)

L’area Mercafir (Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 18 ottobre 2014 - LA PARTITA di poker in corso fra i grossisti alimentari e l’amministrazione comunale sul futuro dell’area Mercafir (stadio sì, stadio no) ha avuto un improvviso quanto altissimo rilancio. Una partita dal finale che pare già scritto: il ricorso al Tar dell’Agofi (Associazione grossisti ortofrutticoli Firenze) contro il Comune e l’ambizioso progetto di sbaraccare l’intera area a nord-ovest della città per far spazio alla nuova ‘casa’ dell’Acf Fiorentina. E’ infatti di queste ore la notizia che, per conto dell’associazione stessa e di 25 operatori, gli avvocati Cino Benelli e Sandro Guerra hanno presentato alla Direzione urbanistica del Comune un atto d’intervento nel procedimento con contestuale istanza di accesso agli atti. «Vogliamo sapere – dicono –. Vogliamo partecipare alla discussione perché siamo noi i soggetti direttamente incisi da quel che potrebbe accadere». I due legali (il primo civilista, il secondo penalista) hanno chiesto la visione integrale dello studio di fattibilità presentato dalla Fiorentina nel luglio scorso, dell’atto di indizione della Conferenza dei servizi fissata per il 27 ottobre e degli esiti dell’indagine del gruppo di lavoro istituito dalla giunta comunale per lo studio delle ipotesi di ristrutturazione infrastrutturale e organizzativo-gestione del Centro alimentare polivalente di Novoli. I grossisti, subconcessionari dell’area dalla Mercafir fino al 2029, vogliono partecipare alla conferenza dei servizi perché – come si legge nell’istanza di accesso agli atti – «è evidente che il progetto preliminare dedotto in conferenza abbia effetto diretto o quanto meno indiretto sull’attività svolta, la quale rischia, in verità, l’annientamento e, comunque, la totale paralisi». Infatti, contrariamente a quanto previsto dalle delibere comunali, il piano di fattibilità interessa non solo la parte che affaccia su via di Novoli, ma anche il Comparto Nord in cui, è qui è l’intreccio, sarebbe prevista dalle carte «la realizzazione del nuovo Cap, il Centro alimentare polivalente».

Il progetto del nuovo stadio della Fiorentina illustrato a luglio dalla società viola

UNO DEI NODI della questione è appunto questo: nella relazione urbanistica allegata alla variante al Piano regolatore c’era scritto a chiare lettere che lì deve esserci il Cap e non lo stadio e nelle delibere di Palazzo Vecchio si specifica che «l’amministrazione comunale ha chiaramente espresso la volontà di preservare e valorizzare l’attività esistente nell’area per il suo valore non solo economico e occupazionale, ma anche per il valore intrinseco che assume e che potrà sviluppare nella filiera agro-alimentare». Ora, invece, il progetto della Fiorentina rimuove tutto, dimenticandosi anche degli investimenti che queste ditte hanno fatto sull’area (tipo frigoriferi da 300mila euro) convinti di poterci restare fino al 2029. Quello studio li depenna, perché si scrive che lì ci debbano stare solo lo stadio e le strutture accessorie. «E noi dove ci mettono? – si chiedono i grossisti –. Sembra davvero un esproprio».

GLI AVVOCATI sembrano già preparati a una pesante battaglia legale, inizialmente in sede amministrativa (con un ricorso al Tar) ma non è esclusa anche quella penale. «Se gli interessi degli operatori non saranno rispettati – avvertono – la strada obbligata sarà quella giudiziaria. E meno male che per il Comune il mercato era strategico... E’ come prendere una scuola e decidere di spostarla dalla mattina alla sera senza consultare nessuno. Noi non ci stiamo. Noi vogliamo poter interloquire e ci fa specie che nessuno l’abbia fatto».

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