Meningite, "nostro figlio salvo grazie al vaccino"

Parlano i genitori del 23enne di Bagno a Ripoli: "Per due giorni abbiamo temuto per la sua vita". Per due volte le sue condizioni sono state sottovalutate

Vaccino contro la meningite (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Vaccino contro la meningite (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Bagno a Ripoli (Firenze), 13 febbraio 2016 - "Mio figlio è salvo grazie alla competenza del sistema sanitario toscano e al vaccino contro il meningococco". È emozionato e commosso il babbo del 23enne di Bagno a Ripoli colpito da meningite.

Dopo 10 giorni di ospedale e troppe ore vissute nel timore che non ce la facesse, ora nella casa di Antella dove vive con la sua famiglia possono finalmente dire "ce l’abbiamo fatta". Ma è stata dura, ammettono babbo e mamma. "Siamo stati fortunati per molti motivi" sottolineano. Innanzitutto perché 8 anni fa, dopo alcuni episodi di meningite avvenuti in Toscana, fu lo stesso ragazzo a chiedere di essere vaccinato.

"Al tempo non capivamo l’importanza della cosa – ricorda il padre - ma lui ne era convinto e lo abbiamo accontentato". Forse senza quel vaccino, oggi suo figlio non ci sarebbe più, dice.

Sabato 30 gennaio mattina il ragazzo stava bene. "La sera gli è venuta la febbre a 39-39,5, accompagnata da vomito – ricostruisce suo babbo - Aveva la gola rossa e la temperatura non scendeva nonostante la Tachipirina. Alle 5 del mattino abbiamo chiamato la guardia medica: ci ha risposto telefonicamente che c’è tanta influenza in giro e di continuare a somministrare l’antipiretico".

Ma la febbre non calava e al mattino è arrivato anche un mal di testa fortissimo. "Abbiamo chiamato il 118. E’ arrivata una dottoressa che gli ha fatto una puntura di Plasil contro il vomito e ci ha detto che non era niente di grave". Ma dopo poco il giovane ha cominciato a non rispondere bene agli stimoli esterni.

"Mia moglie ha richiamato il 118 ed è arrivata l’ambulanza". Quando lo hanno messo sul mezzo, il 23enne aveva già perso i sensi. Nel tragitto tra la casa di Antella e il vicino ospedale di Ponte a Niccheri, il personale sanitario ha cominciato a non sentire più il polso del ragazzo. "E’ stato terribile, pensavamo di averlo già perso", ricorda il padre. Al pronto soccorso lo hanno subito intubato e messo in coma farmacologico, diagnosticando la meningite. Dopo qualche ora dal Meyer è arrivata la conferma che si trattava del temuto ceppo C.

"Per due giorni abbiamo temuto per la sua vita - dicono i genitori -, ma tutta la sanità si è stretta attorno a nostro figlio e a noi, sia a livello clinico che umano. E quando è stato dichiarato fuori pericolo, erano tutti emozionati come noi. È stata una vittoria collettiva".

Ora il giovane è a casa. Ci vorrà un po’ di tempo per riprendersi da questo trauma fisico e psicologico e per recuperare le forze e le difese immunitarie. Ma è con la sua famiglia, vivo e in salute e presto tornerà a uscire. "Tutta Antella si è stretta attorno a noi, tutta Bagno a Ripoli, incluso il sindaco, ci ha dato la propria solidarietà e sostegno. Abbiamo poi testato sulla nostra pelle l’efficienza della nostra sanità. Ci hanno restituito nostro figlio: saremo grati a tutti per sempre".

Il babbo si è vaccinato ieri contro i quattro ceppi di meningococco, la mamma lo farà settimana prossima. "Mio figlio si è salvato perchè aveva ancora gli anticorpi del vaccino di 8 anni fa che lo hanno difeso". Invita tutti a vaccinarsi: "Potete salvare voi stessi e gli altri. Mio figlio ne è la testimonianza".

 

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