Meglio retroterra di ‘background’

Il Direttore de La Nazione risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 22 ottobre 2014 - CARO DIRETTORE, sono felice, da fiorentino, che gli Stati generali della Lingua Italiana nel mondo si svolgano qui nella culla della lingua (vedi Dante) e del linguaggio universale dell’arte. Ma devo riconoscere che il miglior sponsor dell’italiano non è Renzi (che tenta di parlar inglese) ma papa Francesco, argentino, che nel mondo si esprime nella nostra lingua. ​Lapo Giacchini, via mail

RENZI SI SFORZA di parlare inglese, con alterni risultati. Credo che lo faccia, talvolta, anche per dovere di ospitalità verso i capi di Stato stranieri ai vertici internazionali. Se amiamo la nostra lingua, però, dovremmo smetterla di avventurarci in esibizioni muscolari di inglese quando non è necessario, solo per fare bella figura. Comincino i politici all’estero, ad affermare l’italiano, senza timore di passare per ignoranti. Quale promozione migliore per recuperare la tradizione linguistica fuori dell’Italia e invitare i giovani stranieri a studiare l’italiano nei nostri istituti in Italia e fuori. Forse proprio Papa Francesco - e la chiesa cattolica in generale - che rappresenta un veicolo straordinario di induzione al nostro idioma. E semmai riprendiamo a usare il caro vocabolario di casa nostra, che è così ricco e moderno, invece di abusare di «background», «trend» e «target». Che tanto si possono tradurre facilmente e non c’è nemmeno il rischio di sbagliare la pronuncia.

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