Il tatuatore Marco Galdo
Firenze, 9 novembre 2014 - MARCO Galdo è contornato da ragazze bellissime. Molto trendy. Prendere appuntamento con lui? Impossibile. Come tutte le star, la sua agenda è strapiena. Marco Galdo è un artista dell’inchiostro. Un maestro, per chi bazzica il mondo del tattoo. È lui ad aver affrescato il bel collo di Fedez, rapper e giudice di “X Factor” dal look estremo e dal cuore gentile. Lo incontriamo a Firenze, dove si conclude oggi la VII edizione della Florence Tattoo Convention.
Come è partita iniziata la tua carriera?
«Ho iniziato a tatuare vent’anni fa e nel 2003 ho aperto a Milano “Trafficanti D’Arte”».
Già: uno degli studi italiani più noti e attivi a livello internazionale; poi tv, e non esiste rivista del settore che non abbia dedicato un servizio alle sue tecniche di modern tribal e dotwork: come ci si sente?
«Faccio il mestiere che mi piace, giro il mondo, collaboro con artisti di ogni angolo del globo, partecipo alle maggiori convention, ho una figlia di 3 anni e... sì, è vero. Come ogni tatuatore sono circondato da belle donne. Come mi sento? Benissimo, anche se questo lavoro è a rischio inflazione».
In che senso?
«Oggi molti ragazzi frequentano la scuola d’arte o i corsi per aprire uno studio di tattoo, ma portano a casa solo i titoli per farlo. Una specie di moda dilagante, quando le qualità necessarie sono altre».
Quali?
«Il tatuaggio è molto di più che un ornamento sulla pelle: per alcuni popoli va meritato, per altri è scolpire il racconto della propria vita sul corpo».
E in Italia perché tanti giovani si tatuano?
«Dipende... Ognuno è diverso, ognuno dà un significato al proprio tattoo. Come ripeto a molti ragazzi, non riguarda solo la pelle. Coinvolge anche la testa».
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