Maltempo, i danni non sono un caso

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 20 settembre 2014 - CARO DIRETTORE, la tempesta di ieri sulla Toscana ha colpito i nostri beni più esposti e più fragili: le scuole, i monumenti e i musei. Un monito per il governo che dice di voler risparmiare, ma poi taglia i soldi che dovrebbero servire per consolidare e difendere questo patrimonio. Risparmi piuttosto sulle spese inutili e non a parole.  Giovanna B., via email

PURTROPPO, gentile signora Giovanna, siamo stati facili profeti quando abbiamo messo in guardia sui pericoli che corrono le nostre scuole, finite nella confusione delle competenze: abolite le Province, chi si prende in collo l’edilizia scolastica? Alla prima spallata del maltempo, la previsione ha trovato una drammatica conferma. E meno male che il bilancio si è fermato ai danni - seppure pesanti - senza coinvolgere le persone, perlomeno non in maniera grave. Ora si darà la colpa all’imprevedibilità e alla straordinarietà del fenomeno, che ora si chiama «bomba d’acqua» e una volta era semplicemente un «temporale estivo». Ci avranno messo del loro il cambiamento del clima e l’inquinamento che ormai ha abbattuto le barriera naturali, che per secoli ci hanno difeso. Però questo ennesimo avvertimento segnala quanto sia importante proteggere gli obiettivi di una tempesta improvvisa, quegli stessi che dimentichiamo sistematicamente quando si deve investire e che sono in prima fila quando invece bisogna tagliare i bilanci. 

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