Processo Magherini: "Per me non vi furono calci"

Lo ha detto in aula il maggiore Francesco Cattaneo, comandante del reparto radiomobile dei carabinieri di Firenze

Riccardo Magherini (New Press Photo)

Riccardo Magherini (New Press Photo)

Firenze, 2 febbraio 2016 - Processo Magherini, questa mattina in aula ha testimoniato il maggiore Francesco Cattaneo, comandante del reparto radiomobile dei carabinieri di Firenze: "Dal comando venne fatta una mini-inchiesta amministrativa, dei calci non mi fu detto, per me i calci non vi furono. Questo elemento non emerse".

Magherini morì mentre veniva arrestato dai carabinieri, il 3 marzo 2014 a Firenze. Imputati sono quattro carabinieri e due volontari della Croce rossa, accusati di omicidio colposo; un militare, anche di percosse.

"Ho chiesto se erano stati dati dei calci - ha aggiunto Cattaneo - e dai militari mi fu risposto di no. Ma ho cognizione di quello che avvenne in base anche ad alcune testimonianze di chi era lì". Riguardo l'individuazione dei testimoni, uno dei difensori dei volontari della Croce rossa, l'avvocato Massimiliano Manzo, ha fatto notare come, "per l'appunto, nelle loro prime annotazioni, i carabinieri non indicarono i nomi di persone già identificate e che, successivamente, diranno di aver visto i militari dare dei calci a Magherini".

Per quanto riguarda il modo in cui Maagherini venne arrestato, il maggiore Catatneo ha detto: "C'è stata una enorme difficoltà.  Quindi la tecnica di ammanettamento a terra si è resa necessaria. Era una persona pericolosa che opponeva resistenza. I militari cercavano di contenerla, più volte chiesero l'intervento del 118 per la sedazione". Cattaneo ha poi detto che non parlò con i militari del fatto se, durante l'arresto, vi fu compressione toracica di Magherini, una tecnica che può provocare asfissia.

Sull'aspetto 'testimoni', "in un primo momento - ha poi spiegato il difensore dei militari, l'avvocato Francesco Maresca - i carabinieri hanno proceduto con le persone che sono rimaste sul posto, che sono state portate immediatamente in caserma e ascoltate a sommarie informazioni. Le indagini sono poi passate al nucleo investigativo: tutti gli identificati sono stati successivamente chiamati a testimoniare". Sempre riguardo il modo con cui Magherini venne immobilizzato, il maggiore Cattaneo ha definito 'un racconto lineare' quello che gli venne fatto dai 'suoì militari.

E al legale della famiglia Magherini, l'avvocato Fabio Anselmo, che gli ha parlato di un ginocchio tenuto sul collo, Cattaneo ha risposto di non escludere che sia avvenuto, spiegando che "nelle tecniche di ammanettamento l'uso della tibia sul collo è previsto, così come la possibilità di bloccare le gambe", quando la persona sia particolarmente pericolosa e violenta. Infine, Cattaneo ha spiegato di aver saputo della morte di Magherini alle 2.50 e di aver informato il pm fra le 3 e le 3.10.

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