Giovedì 18 Aprile 2024

A scuola più miopia che omofobia

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini, risponde ai lettori

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 27 gennaio 2015 - CARO DIRETTORE, mentre il Papa riceve un transessuale in Vaticano, il cardinale Bagnasco dice che, in difesa del matrimonio tra uomo e donna, vigilerà sull’educazione che viene impartita nelle scuole ai ragazzi, contrario ad ogni tipo di apertura, indipendentemente dal messaggio trasmesso. Non è l’ora di adeguarsi un po’ ai tempi?

Franco S., via mail

 

P ROVIAMO noi a a fare due domande, prima di passare per omofobi. E’ giusto proiettare dei film a scuola in cui si affrontano le tematiche gay-lesbo senza accompagnare la visione con una spiegazione o una lezioncina a bambini di 12 anni? E’ normale che durante l’ora di storia dell’arte non si parli del genio di Leonardo ma solo del fatto che fosse omosessuale? E’ sempre consentita la diffusione di volantini e di letteratura «promozionale» sulla libera sessualità? E soprattutto: possibile che le famiglie non vengano mai avvertite? La cronaca ci dice che è tutto vero. E’ in questo «assedio» culturale (?) che nasce la reazione della Chiesa contro quella che viene definita, non a torto, una sorta di «colonizzazione ideologica» a favore della scelta di genere. Sei nato maschio? Fa niente, puoi cambiare, c’è nel manuale gender. Il risultato non è, come immaginano le menti più aperte, una società più libera e matura. Ma un sacco di bambini confusi che al silenzio degli insegnanti aggiungeranno l’imbarazzo dei genitori. E che, da grandi, avranno difficoltà ad avere una vita affettiva – ma si può dire? – normale.