Morti e sanzioni. Le guerre a pezzi

La lettera

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 22 agosto 2014 - GENTILE DIRETTORE, soffiano venti impetuosi di guerra tra Iraq, Siria, Gaza e Ucraina. Tutte crisi complicate, sanguinose, gravide di conseguenze sugli equilibri planetari. Eppure, mentre a Gaza muoiono bambini e innocenti, in Ucraina va in scena una drole de guerre, una sfida tutta incentrata sulle ritorsioni di Putin contro l’Europa. Non le sembra folle? Laura De Scalzi, via mail

 

RISPONDE IL VICEDIRETTORE MAURO AVELLINI 

IN POCO PIÙ di un mese, a causa della crisi nella striscia di Gaza, sono state uccise 2mila persone, di cui 500 bambini. Si contano quasi 10mila feriti. L’85 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà anche a causa del controllo pressochè totale di ogni flusso commerciale da parte di Egitto e Israele. Ma si preferisce parlare delle sanzioni che si scambiano popolazioni molto più ricche per i territori contesi in Ucraina, dove pure le vittime sono salite a oltre mille con 4mila feriti. Putin non vuole più la nostra pommarola, pasta, frutta e merendine, ma il blocco non vale per il vino e il vermuttino che piacciono tanto agli oligarchi. Nessuno darà fastidio alle società controllate in Europa dalle banche russe e in cambio il gas siberiano continuerà a riscaldare il nostro inverno. Una specie di risiko della fame che finirà solo per rallentare la ripresa delle nostre economie, che penalizzerà le nostre eccellenze alimentari e che, per ora, conferma solo il ricatto delle grandi potenze sulla vita delle persone più deboli.

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