Giovedì 25 Aprile 2024

Gli amici della sofferenza

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 31 gennaio 2015 - Caro direttore, è toccante la storia della giovane di Castelfiorentino che ha lanciato un sos su internet per raccogliere fondi e curarsi. Ha un tumore. In pochi giorni con la Rete ha trovato oltre seimila euro. Ora: bisogna essere felici perché la solidarietà non manca o vergognarci di una sanità che ci obbliga a cercare aiuto altrove?

Maria Diritti, via mail

Cara Maria, sono sempre stato convinto che se non ci fosse il volontariato a far da stampella alla sanità pubblica, molti servizi sarebbero impossibili. Per fortuna la Toscana e l’Umbria sono terre nelle quali la generosità e la solidarietà hanno solide radici. Quindi non mi meraviglia la partecipazione della gente alla sofferenza della giovane malata. E’ un aiuto spontaneo e soprattutto immediato: pensi quanto tempo sarebbe passato se avesse dovuto aspettare i tempi pubblici, per ottenere un sostegno che dovrebbe esserle dovuto. Perché nonostante gli sforzi di chi cerca di migliorare il nostro sistema - sono pronto a riconoscerli - il cammino è lungo e faticoso. La forza di darsi una mano all’interno della comunità, resta la ciambella più sicura che tanti amici, spesso sconosciuti, ti lanciano: non sai da dove arriva, ma eccola. L’obiettivo della politica sanitaria dovrebbe essere proprio quello di farsi trovare pronta quando serve: è allora che il malato non può e non deve sentirsi abbandonato. E invece, spesso, al dolore si sovrappongono le difficoltà. Proprio nel momento più sbagliato. ​