Rimpiangendo Gheddafi

Il Direttore risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 1 settembre 2015 - CARO DIRETTORE di fronte a quello che sta accadendo ai nostri confini mi viene in mente Gheddafi. Non credevo di poter arrivare a rimpiangerlo...

Giovanni Brunelli Pistoia

 

CARO BRUNELLI, la storia e anche la politica ha spesso percorsi un po’ sbilenchi, e c’è davvero di che riflettere sul curioso destino del dittatore libico, fatto fuori dai ribelli ma prima ancora dall’opinione pubblica occidentale e adesso rimpianto più o meno apertamente da tutti. Ricorda gli sberleffi all’indirizzo di Berlusconi quando da premier andò a riceverlo all’aeroporto e gli permise di montare le sue tende a villa Panphili? Tutta la sinistra benpensante a ridere, tutti che misero in mora la politica estera dell’ex Cavaliere che concesse a Gheddafi anche un’autostrada da costruire a nostre spese in Libia, e che si rifiutò fino all’ultimo di far alzare i nostri caccia contro la Libia. Adesso si comprende l’importanza di quello che certo non era uno statista illuminato, ma che garantiva la stabilità interna e gli interessi italiani. In certe realtà i dittatori sono una sorta di necessità della storia, almeno fin quando la democrazia non sarà davvero matura. Lo comprendono i soliti benpensanti, ma anche quei francesi e quegli inglesi che per meri interessi di bottega bombardarono per primi.

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