Le malattie inguaribili

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Firenze, 29 maggio 2016 - Caro direttore, la notizia che arriva dall’America circa il batterio killer resistente agli antibiotici mi ha fatto venire i brividi. Una volta si diceva che la scienza nell’era moderna aveva iniziato a correre più delle malattie, e la scoperta degli antibiotici ne fu l’esempio, adesso è il contrario. Abbiamo paura.

Alfonso Tironi

Caro Tironi, ogni anno arrivano malattie che la scienza non conosceva, oppure ci sono nuovi ceppi di germi che in qualche modo si sono immunizzati alle «vecchie» medicine e sono diventati resistenti a tutto. Pensiamo a quello che avviene nei campi: una volta i contadini non «trattavano» la frutta, e ci si limitava a coglierla e metterla sul piatto. Adesso se non dai pesticidi e anticrittogamici non mangi niente, e non sto parlando di coltivazioni industriali ma semplici appezzamenti amatoriali, o del ciliegio che molti hanno in giardino. Gli insetti e i batteri sono ogni anno più resistenti e le dosi di insetticidi devono via via aumentare. Così accade anche alle malattie che colpiscono l’uomo. La scienza progredisce, certo, ma il livello di medicine che dobbiamo ingurgitare non fa che crescere.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro