"La nostra è una bellezza alla portata di tutti, fatta di profumi che raccontano storie"

Emanuela Biffoli spiega il successo di un'azienda che produce un fatturato di oltre sei milioni di euro

Emanuela Biffoli

Emanuela Biffoli

Firenze, 24 maggio 2016 - Sei milioni di pezzi venduti ogni anno, milleduecento articoli, cinquemila sportelli per lo più in l’Italia ma ormai anche in diversi paesi esteri; e un fatturato di oltre sei milioni di euro. Da oltre vent’anni Emanuela Biffoli è la signora della bellezza. L’azienda che porta il suo nome è una piccola­grande macchina da guerra che naviga con agilità e determinazione fra le crisi economiche, i mercati orientali e i grandi colossi della profumeria mondiale. Il suo stabilimento di Sesto Fiorentino è una specie di pozzo delle meraviglie, dove all’interno si trova tutto ciò che serve per la cura del corpo, di donne e uomini, all’insegna di un moderno e amonioso lifestyle. Un universo di accessori che vanno dai profumi ai saponi, dalle creme alle spugne, dai cappelli agli specchietti. E poi borse, foulard, candele, pantofole, costumi, cosmetici, pettini e fermagli.

Ma qual è il segreto di questo successo?

La dinamica e grintosa cinquantenne, amministratrice unica della sua srl “Emanuela Biffoli ­ Firenze” non ha dubbi: «La nostra è una bellezza a portata di tutti, con articoli che vanno da 50 centesimi al massimo di cento euro. Non puntiamo alla fascia del lusso, ma a un pubblico più ampio a cui offrire prodotti naturali e curati nel design, che abbiano sempre un tratto distintivo e che...raccontino storie».

Che vuole dire? Come si fa a raccontare storie con saponi e spugnette? «Si fa con fantasia, investimenti e professionalità. Noi non abbiamo negozi monomarca, perché i costi sarebbero fuori dalla nostra portata. Ma alle profumerie nostre clienti non vendiamo solo i prodotti, ma l’intero “pacchetto” di una linea, con l’espositore e tutti gli accessori coordinati, spiegando come predisporre la vetrina, i depliant e ogni singolo articolo».

Ci faccia un esempio.

«Prendiamo la linea “Le pioggioline”, con la quale intendiamo sbarcare sul mercato di Londra: raccontiamo la storia di una nuvola, che diventa pioggia e cade su un ombrello trasparente colorato di cuoricini, e in coordinato ci sono l’impermeabile da borsa ripiegabile, le galosce colorate, il cappello e tanti altri accessori coordinati. Insomma, al prodotto c’è il valore aggiunto della cura e del dettaglio».

Lei è dall’inizio degli anni Ottanta che commercia con la Cina. E’ questo che l’aiuta ad avere prezzi competitivi?

«Sì, abbiamo iniziato nel 1982 e allora era un’idea lungimirante e pionieristica. Già allora la Cina era la fabbrica del mondo, ma non si deve pensare che da lì arrivi solo brutta cineseria. Dipende da cosa cerchi e cosa chiedi. Ormai ci sono interlocutori commerciali molto bravi, che sanno produrre quello di cui hai bisogno. Basta saperli guidare».

Cioè? Come avviene la nascita di una linea?

«Non funziona che andiamo in Cina compriamo un paio di galosce e le rimettiamo in un negozio italiano o francese. Dall’Oriente prendiamo una sorta di oggetto­scheletro, che viene reinventato e caratterizzato, aggiungendo valore e creatività».

E la qualità?

«E’ al primo posto in ogni singolo articolo. Abbiamo rigorosissimi controlli di qualità, con certificazioni rilasciate dalle società prepposte alle analisi, oltre ai nostri chimici che effettuano gli esami su tutti i materiali. Ogni dossier viene infine mandato al nostro ministero della salute. E poi ci sono le dogane italiane, da cui non si passa se non è tutto in regola».

Prossima tappa per i prodotti Biffoli la grande Londra?

«Sì, siamo già presenti in Svizzera, Grecia, Germania, Francia, Emirati Arabi. Adesso sbarcheremo in Inghilterra e in alcuni paesi del Nord. Ma puntiamo anche al Sud America e ai Caraibi. Per i paesi caldi abbiamo preparato la linea “Sabbioline”, interamente dedicata al mare, con ciabattine, parei, cappelli, fermacapelli. Tutto coloratissimo».

Dal passato al futuro, la sua resta un’azienda familiare.

«E’ vero. Tutto è nato da mio padre Adriano e mia madre Marisa che iniziarono con la preparazione delle acque profumate, secondo le antiche tradizioni tramandate dai tempi di Caterina dei Medici. Adesso in azienda lavora mio marito Luca, che è il general manager dell’azienda, e le mie due figlie, Selene e Melissa, che se pur giovani curano il settore delle vendite online. In più ho collaboratori fantastici e una rete con più di cinquanta rappresentanti. Perchè una cosa è certa: si vince solo se tutta la squadra è forte».

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