Torna il grande teatro internazionale alla Pergola con William Kentridge

In scena il capolavoro sul dramma dell’apartheid “Ubu and the Truth Commission”, riallestito per celebrare il 20° anniversario della democrazia in Sudafrica

Un'immagine di "UBU AND THE TRUTH COMMISSION"

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Firenze, 20 novembre 2014 - Lo sforzo organizzativo e produttivo congiunto della Fondazione Teatro della Pergola e di Romaeuropa Festival porta a Firenze, a quasi un anno dalla morte di Nelson Mandela, il capolavoro sul dramma dell’apartheid di William Kentridge “Ubu and the Truth Commission, riallestito per celebrare il 20° anniversario della democrazia in Sudafrica. Dal 20 al 22 novembre William Kentridge presenta un riallestimento di “Ubu and the Truth Commission”, spettacolo del 1997 che contamina il capolavoro di Alfred Jarry “Ubu re” con il dramma dell’apartheid e la magia dei pupazzi ideati dalla Handspring Puppet Company. Questa è solo la prima tappa di un nuovo intensificarsi dell’attività internazionale che la Fondazione della Pergola intende portare avanti come irrinunciabile direttrice del proprio agire. Spirito oscuro e sardonico, animazione spettacolare e inquietante, teatro di figura struggente e finemente dettagliato. “Ubu and the Truth Commission” unisce pupazzi, performance di attori, musica, animazione e documentari di repertorio. Lo spettacolo si basa sia sull’archivio storico delle audizioni davanti alla “Commissione per la verità e la riconciliazione” del Sudafrica (istituita nel 1996 per riconciliare realmente vittime e carnefici, oppressori e oppressi) che sulla figura di Ubu Re, il buffone licenzioso creato da Jarry. In questa produzione Pa Ubu rappresenta i numerosi strumenti di violenza dell’apartheid (poliziotti, assassini, spie e politici) per i quali la tortura, l’omicidio, il sesso e il cibo sono tutti elementi di un lordo appetito individuale. L’azione drammatica ruota attorno al racconto metaforico di un tradimento coniugale. La tragicomica interpretazione di Ma Ubu delle assenze notturne di Pa ci introduce nella devastante complessità dell’apartheid. ​E sono proprio i pupazzi della Handspring Puppet Company che portano in scena le commoventi testimonianze rilasciate alla “Commissione per la verità e la riconciliazione”. L’ideazione e la regia sono di William Kentridge, mentre Busi Zokufa e Dawid Minnaar interpretano Ma e Pa Ubu. “Ubu and the Truth Commission” ha debuttato a Johannesburg il 26 maggio 1997 e la successiva tournée internazionale ha toccato, oltre all’Italia, il Belgio, la Repubblica Ceca, la Danimarca, la Franca, la Germania, i Paesi Bassi, la Norvegia, la Svezia, la Svizzera, il Regno Unito e gli Stati Uniti.  

CONVERSAZIONE CON WILLIAM KENTRIDGE di Matteo Brighenti Qual è l’idea all’origine di Ubu and The Truth Commission? “La piéce è nata 17 anni fa al tempo della costituzione della “Commissione per la verità e la riconciliazione” del Sudafrica. A quel tempo lavoravo su due progetti: uno di danza sul tema di Ubu Re di Jarry e un altro con la Handspring Puppet Company sulla “Commissione per la verità e la riconciliazione”. Non ci fu però abbastanza tempo per portare avanti entrambi i progetti, così decisi di unirli. Il risultato mi ha profondamente stupito perché la struttura di Ubu Re, il burlesque ha dato un tono grottesco alle testimonianze della “Commissione” e la sua storicità, invece, ha dato una certa gravitas alle buffonerie di Ubu. In altri termini, il crudo nonsense di Ubu ha dato ancora più forza tragica alla “Commissione per la verità e la riconciliazione”. Qual è il senso di rappresentarlo oggi? “Lo spettacolo parla specificamente della storia della “Commissione per la verità e la riconciliazione” del Sudafrica. In senso lato, ha a che fare con il rapporto tra un Paese e il suo passato vergognoso. Quando l’abbiamo fatto la prima volta, ad esempio, in Germania venivano aperti gli archivi della Stasi, in Svizzera si parlava del coinvolgimento delle banche nella custodia dell’oro dei nazisti, ognuno quindi ha vissuto Ubu and The Truth Commission come una storia locale, come la propria storia. Anche in Italia ci sono questioni irrisolte, penso alle relazioni pericolose tra la Chiesa e la protezione dei criminali nazisti: una “Commissione per la verità e la riconciliazione” potrebbe essere istituita anche qui. Non esiste Paese al mondo in cui non possano essere rintracciati i temi che affronta lo spettacolo: c’è sempre uno scontro tra chi vuole insabbiare la Storia e chi, invece, vuole farla venire alla luce.” Lo spettacolo è cambiato rispetto a 17 anni fa? “No, è identico, abbiamo deciso di non cambiarlo, di farne uno spettacolo storico su questioni politiche ed etiche locali e, al tempo stesso, universali, esattamente com’è stato la prima volta. Chiunque guarda Ubu and The Truth Commission può inscriverlo nei propri sogni e nelle proprie paure. Adesso come allora.”

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