L’Associazione Firenze Donna dà una mano al museo Stibbert

Grazie a un'asta fra le socie ha finanziato il restauro di alcuni pezzi ora esposti nella mostra 'Una Wunderkammer ottocentesca. Itinerario tra le rarità collezionistiche di Frederick Stibbert'

L'Associazione Firenze donna al museo Stibbert

L'Associazione Firenze donna al museo Stibbert

Firenze, 4 maggio 2016 - È stata l’Associazione Firenze Donna, fondata e presieduta da Serena Zavataro, l’ospite d’onore della prestigiosa serata di anteprima della mostra ‘Una Wunderkammer ottocentesca. Itinerario tra le rarità collezionistiche di Frederick Stibbert’. È infatti anche grazie alla generosità di tante socie dell’Associazione Firenze Donna, e di loro ospiti, se la mostra, fino al 16 ottobre allo Stibbert, potrà proporre al pubblico di tutto il mondo un’interessantissima collezione di oggetti d’arte e di arredo di raffinata rarità.

Finora nei depositi e da oggi, freschi di restauro, pronti ad essere ammirate da tutti, come alzate, gabbiette e secretaire, di varie epoche e provenienze. Tra gli altri, grazie al prezioso contributo di Firenze Donna, è stato restaurato ed è ora esposto lo Scrigno neogotico ricamato in seta; e grazie a quello della presidente Serena Zavataro Triglia, sono potuti tornare all’antico splendore i due pannelli in legno, con applicazioni in avorio e madreperla, di manifattura giapponese di epoca Meiji, risalenti alla seconda metà del XIX secolo. La bellissima conchiglia in vetro giallo, con iridescenze madreperlacee, di manifattura austriaca della fine del XIX secolo, si trova ora esposta grazie al contributo della socia Giuliana Di Marzio.

Quest’anteprima costituisce la seconda parte di una bella iniziativa, ideata ed organizzata insieme al museo Stibbert dall’Associazione Firenze Donna, che ha preso avvio da una speciale “asta del restauro”, originale e piacevole forma di donazione finalizzata al restauro di opere custodite in musei fiorentini, attività nella quale l’Associazione è impegnata da sempre. Lo scorso gennaio, nella Limonaia del museo, si è tenuta infatti un’asta dedicata alle socie dell’Associazione e ai loro ospiti, battuta personalmente dal direttore del museo, Enrico Colle, a seguito della quale numerosi partecipanti si sono aggiudicati non un oggetto o un’opera: bensì la “paternità del restauro” di uno o più oggetti della collezione, oggi esposta. I nomi dei “donatori” sono indicati, per ciascun oggetto beneficiato, nel catalogo ufficiale della Mostra.

L’Associazione Firenze Donna, attiva dal 1983, è impegnata sin dalla sua costituzione in interventi di restauro di opere custodite nei musei fiorentini, avendo tra i suoi obiettivi statutari quello di favorire la conoscenza, il rispetto e l’amore per la città di Firenze e per il suo straordinario patrimonio artistico. Tra i numerosi interventi di restauro, di raro pregio, di cui si è fatta promotrice: le Dodici trecentesche “Coppe del Tesoro di Salisburgo” al museo degli Argenti di Palazzo Pitti; la “Statua del Maraja della Cavalcata Indiana” e di alcune raccolte di armi storiche e di antichi strumenti musicali sempre allo Stibbert; la “Dama del Mazzolino” del Verrocchio al Bargello; due busti di donna in stucco policromo della fine del ‘400 al museo Horne; la “Madonna con Bambino e San Giovannino” del Maestro di San Miniato al museo Bardini, e di recente, gli antichi tendaggi e l’asta dei restauri, sempre allo Stibbert. La serata si è conclusa con la proiezione di un bel filmato sull’affascinante figura di Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione, commentato dal direttore del museo Marino Marini, Carlo Sisi, e dal dottor Silvio Balloni.

La mostra, curata da Enrico Colle e Martina Becattini, prende in considerazione gran parte degli oggetti più rari e inconsueti raccolti da Stibbert durante la seconda metà dell’Ottocento, per documentare sia l’evoluzione del gusto europeo che la storia delle civiltà orientali, mediorientali, africane, ma anche indiane, russe, di Cina e Giappone. Realizzata col contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, indaga tutta una tipologia di inedite opere d’arte e d’artigianato. L’apertura della mostra coincide con la presentazione al pubblico, dopo un attento restauro, della Sala Moresca - che riproduce gli ornati delle sale del palazzo dell’Alhambra di Granada - e della Sala del Condottiero, che prende il nome dalla figure equestre con armatura quattrocentesca tedesca: due degli ambienti più significativi della casa-museo. Un appuntamento imperdibile dunque, che si configura come un curioso e affascinante viaggio nella storia di mondi lontani, rivissuto attraverso gli occhi di un intelligente collezionista che seppe dare forma alle appassionate descrizioni di ambienti e oggetti presenti nei romanzi di Jules Verne. Senza peraltro, al pari dello scrittore, aver mai visitato quei luoghi, se non attraverso le pubblicazioni del tempo. 

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