Istat, calano i prezzi: Firenze è in deflazione

Firenze, insieme ad altre nove grandi città, registra un calo dei prezzi: il capoluogo toscano è quindi in deflazione. A lanciare l'allarme è l'Istat. Ciò significa che i prezzi calano perché la domanda d'acquisto è debole

Ponte Vecchio

Ponte Vecchio

Firenze, 12 agosto 2014 - Firenze, insieme ad altre nove grandi città, registra un calo dei prezzi: il capoluogo toscano è quindi in deflazione. A lanciare l'allarme è l'Istat. Ciò significa che i prezzi calano perché la domanda d'acquisto è debole.  

A luglio l'inflazione è scesa vicina allo zero e si attesta allo 0,1% su base tendenziale dallo 0,3% di giugno. Le riduzione dei prezzi è in gran parte legata alla riduzione dell'energia elettrica. La stima definitiva dell'Istat conferma il dato preliminare e segna il terzo calo consecutivo del costo della vita. Si tratta del dato piu' basso da agosto 2009. Su base mensile i prezzi al consumo diminuiscono dello 0,1%. Secondo l'istituto di statistica, "il rallentamento dell'inflazione e' principalmente imputabile all'ampliarsi della flessione dei prezzi degli energetici regolamentati", mentre "il contributo di altri raggruppamenti di prodotto e' marginale".

Sono dunque sei i capoluoghi di regione e quattro i grandi comuni dove i prezzi su base annua rilevati dall'Istat risultano in calo su base tendenziale. In particolare, il costo della vita scende dello 0,4% a Torino, dello 0,3% a Bari e Firenze, dello 0,2% a Roma e Trieste e dello 0,1% a Potenza. Per quanto riguarda i centri con piu' di 150.000 abitanti non capoluoghi di regione, Livorno registra una flessione su base annua dei prezzi dello 0,7% (piu' ampia di quella rilevata a giugno quando era pari a -0,5%) mentre Verona segna, per la seconda volta consecutiva, un calo tendenziale dello 0,5%. In diminuzione su base annua anche i prezzi a Reggio nell'Emilia e Ravenna (per entrambe -0,1%). Il calo mensile dell'indice generale e' da ascrivere principalmente ai ribassi dei prezzi della Frutta fresca (-9,0%) e dei Vegetali freschi (-3,8%) - su cui incidono fattori di natura stagionale - e dei prezzi degli Energetici regolamentati (-3,1%); a contenere questo calo sono i rialzi mensili dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+0,8%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,5%), anch'essi influenzati da fattori stagionali. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,7% su base mensile e dello 0,6% su base annua, il ribasso piu' ampio dall'agosto 1997. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,3% rispetto al mese precedente e crescono dello 0,2% nei confronti di luglio 2013. 

A luglio i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche sono scesi ancora, segnando un calo dello 0,7% (dal -0,6% di giugno). Si tratta della flessione piu' forte da quasi dieci anni, viene infatti eguagliata la diminuzione gia' registrata nel gennaio del 2005. Per trovare un ribasso ancora piu' profondo bisogna invece tornare indietro al settembre del 1997.

Per Carlo renzi, presidente del Codacons, "i dati Istat, che vedono dieci grandi citta' registrare un'inflazione negativa, sono lo specchio della grave crisi dei consumi". "Siamo in pieno allarme deflazione, e l'economia italiana sta rischiando un vero e proprio infarto", sottolinea.  Per l'associazione a tutela del consumatore ora "il Governo deve correre ai ripari incentivando i consumi e riducendo la pressione fiscale specie per le famiglie a reddito medio-basso".

 

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