Ipocrita sudditanza o vera accoglienza?

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Firenze, 5 maggio 2016 - Caro direttore, sono rimasto colpito e indignato leggendo ieri su La Nazione la notizia di quei migranti che, in un centro di Reggio Emilia, si sono lamentati perché la pasta era scotta. La cosa era accaduta in passato in Maremma: in quel caso l’hotel che accoglieva i rifugiati non aveva determinati comfort... Ma la nostra è vera accoglienza?

Piero Sieni, Capalbio

Caro Sieni, la sua domanda e la sua puntualizzazione aprono il fronte a un’infinita carrellata di riflessioni. Che, nel dibattito quotidiano, rischiano di trasformarsi in noiosi e inconcludenti luoghi comuni. Vede, c’è un grande paradosso che concerne il delicato tema dell’accoglienza: l’unità di intenti (politica e società civile) dovrebbe essere il faro capace di illuminare anche i momenti più drammatici che vivono questi disperati; invece la realtà è ben diversa, purtroppo, ed è corroborata da steccati che amplificano qualunquismo e allarmismo. Detto questo però, è giunto il momento di fare chiarezza sull’approccio di noi italiani rispetto al tema in questione. Dovremmo infatti riuscire a rispolverare un po’ di dignità e pretendere un briciolo di rispetto. Soprattutto da parte di quei rifugiati che hanno scambiato il nostro aiuto spassionato per un atto dovuto. Perché un conto è l’accoglienza, un conto la sudditanza.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro