Investita sul lungarno, grave una donna. "Pensavo di aver urtato un cassonetto"

L’automobilista non si era fermato a soccorrerla. Le contestazioni

I carabinieri (Foto archivio)

I carabinieri (Foto archivio)

Firenze, 24 maggio 2015 - Ha rischiato l’arresto l’automobilista, imprenditore sulla cinquantina che poco più di una settimana fa, di notte, alla guida della sua Audi Q7 ha investito una signora 40enne, sul Lungarno della Zecca Vecchia, altezza di via delle Casine, proseguendo senza fermarsi. Urtata dallo specchietto anteriore destro, lato passeggero, la donna, che era a piedi, è rimasta ferita in modo grave. Tuttora ricoverata, ha subito l’incrinatura di alcune vertebre e i medici hanno sciolto la prognosi solo venerdì scorso. 

Dopo essersi consultato con il proprio legale dunque il conducente si è presentato in una caserma dei carabinieri, quella di «Firenze Pitti» e si è messo a disposizione degli investigatori, poco prima che scadessero i due giorni entro i quali – in base all’art.189 del codice della strada – un automobilista che investe una persona e non si ferma può evitare conseguenze gravi quali appunto l’arresto.  «Ho letto il giornale, e in effetti sono transitato quella notte in Lungarno della Zecca per riportare a casa una mia amica dopo essere stato a cena fuori. Ma io sono passato in quel punto all’una o poco più tardi, non alle 2 come viene detto. La botta? E’ vero, l’ho sentita, però sul momento ho pensato di aver colpito un cassonetto della spazzatura, o una macchina in sosta. La mattina successiva sono uscito di casa per andare a fare la colazione e ho visto lo specchietto ciondoloni...».

L’uomo è stato successivamente convocato dalla polizia municipale che ha aperto il fascicolo e che aveva raccolto sul luogo d’impatto alcuni frammenti dello specchietto dell’Audi, procedendo poi coi rilievi stradali e con la richiesta delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della vicina caserma dell’Arma, attive 24 ore su 24 e in grado di offrire una panoramica ampia, forse utile all’indagine. Si è detto disponibile a collaborare, ha mostrato anche lo specchietto del suo Suv.

I vigili – rispetto alla versione data dall’automobilista – hanno obiettato la mancanza di cassonetti della spazzatura nel punto in cui la donna è stata investita; quanto all’altra ipotesi (l’impatto con una macchina in sosta) in quel medesimo punto devono essere parcheggiate in una maniera tale da risultare – secondo la polizia municipale – incompatibile coi resti ritrovati e la meccanica dell’urto. Gli investigatori hanno inoltre informato l’automobilista sull’orario: la prima chiamata di soccorso risulta essere dell’1.04, del tutto compatibile (1.08) peraltro con quella indicata dallo stesso automobilista, che a quell’ora, come ha specificato proprio lui, ha inviato un messaggio sms.  giovanni spano

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