Martedì 16 Aprile 2024

Quasi 40mila toscani ammalati: ma i vaccini non si trovano più

E’ polemica tra Regione e medici di famiglia per i turni nei weekend

Luigi Marroni. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Luigi Marroni. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Firenze, 25 gennaio 2015 - IL PICCO influenzale arriverà a metà febbraio, intanto ci sono 37mila toscani a letto. C’è ancora tempo per fare il vaccino: la campagna, a causa delle morti sospette, ha subìto uno stop e non ha superato la soglia del 50% della popolazione fragile. E l’assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni invita a vaccinarsi. Peccato che i medici di famiglia non abbiano vaccini. «Io non ne ho in ambulatorio, ce li ha sequestrati la magistratura. E non credo neppure che siano nelle disponibilità delle Asl – dice Vittorio Boscherini, segretario regionale Fimmg, la federazione che riunisce i medici di medicina generale – La Regione dovrebbe affrettarsi per fare un acquisto all’estero. Perché il tempo è poco. Dal momento in cui viene fatta l’iniezione, servono due settimane per avere la copertura vaccinale. E la vera influenza deve ancora arrivare: ci sarà il picco a metà febbraio».

NELLE SCORSE settimane sono stati raggiunti accessi record nei pronto soccorso della Toscana: «30mila nella seconda settimana del mese (dal 12 al 18 gennaio) e 29mila nella terza (che si sta concludendo)», spiega l’assessore Marroni. Che rassicura la popolazione. «Non ci sono particolari emergenze. Giudichiamo eccezionale un afflusso che supera il 10%: solamente nella seconda settimana di gennaio lo abbiamo superato. Ora siamo al 9% e per fortuna gli indicatori sono in calo».

Temperature ballerine e pochi vaccinati sono i motivi della massiccia diffusione dei virus. «Voglio dire che il nostro sistema ha retto – dice Marroni – secondo i dati di un rapporto ministeriale se in Italia si ricoverano 5,5 cittadini su 100mila per l’influenza, da noi il dato arriva a circa la metà. Questo significa che la rete di medicina territoriale funziona».

Detto ciò, ci si prepara all’arrivo del picco influenzale. I medici di famiglia hanno già rifiutato la proposta della Regione che li voleva impegnati negli ambulatori di guardia medica sabato e domenica per rispondere alle chiamate dei pazienti. Domani si ritorna al tavolo, davanti ai sindacati. Con una proposta ridimensionata. Ai medici di famiglia viene richiesta la disponibilità di lavorare sabato, sino a mezzogiorno. Nel pomeriggio di sabato resterà in funzione il servizio di continuità assistenziale, ovvero la guardia medica. E la domenica saranno raddoppiati i turni dei dottori di guardia. Basterà per non mandare in tilt il sitema ospedaliero?