Maestre in lutto: "Addio alla scuola dell'infanzia comunale"

E il comitato l'Infanzia non si appalta organizza una cena di autofinanziamento

Bambini che giocano

Bambini che giocano

Firenze, 6 luglio 2015 - No, per loro l’ultimo giorno di scuola non è stato di festa. Brucia la decisione di Palazzo Vecchio di appaltare, da settembre, i pomeriggi dell’infanzia comunale. Così, le insegnanti delegate Rsu della scuola dell’infanzia del Comune di Firenze hanno preso carta e penna e buttato giù una lettera aperta. “Oggi (il 30 giugno scorso, ndr.) è l’ultimo giorno della scuola dell’infanzia comunale, di un servizio pubblico e di qualità con una storia pluridecennale, di un servizio di formazione per i bambini in età scolare dai tre ai sei anni che, per una scelta dell’amministrazione comunale mascherata da impedimenti di tipo economico, verrà appaltato in orario pomeridiano a gestori privati”, si legge.

Per le docenti si aprirà il capitolo di “un’altra storia”, anzi di “una rottamazione di un’istituzione pubblica”. Tra gli aspetti più contestati, il ritorno alla “maestra del mattino”, le qualifiche delle docenti pomeridiane, la continuità didattica e l’assistenza ai disabili. Un lungo cahier de doléances che spinge le maestre “a non rassegnarsi”, ma a continuare a lottare per “una scuola uguale per tutti”.

Anche la protesta del comitato L’infanzia non si appalta non va certo in vacanza. Il 7 luglio al circolo Colle dei Moccoli via ad una cena con musica e animazione per raccogliere fondi e “ultimare la copertura delle spese legali del ricorso notificato al Tar”. “Si tratta della nostra ultima speranza per non far partire questo scempio”, sospirano le mamme.

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