Il primo ministro israeliano a Firenze: "Rafforziamo la nostra amicizia", il messaggio di Netanyahu a Renzi

All’Expo il premier ha anticipato alcuni temi del vertice

Benjamin Netanyahu all'Expo di Milano (Afp Photo/Giuseppe Cacace)

Benjamin Netanyahu all'Expo di Milano (Afp Photo/Giuseppe Cacace)

Firenze, 28 agosto 2015 - Massima sicurezza. Il Mossad (i servizi segreti israeliani) concede poco o niente alla libertà del primo ministro Benjamin Netanyahu. No al percorso del Principe, niente visita agli Uffizi, nemmeno per idea una passeggiata in centro.

Anche se Matteo Renzi avrà sicuramente in tasca qualche carta per un’improvvisata: il vertice è organizzato per domani sera in Palazzo Vecchio, nella Sala dei Gigli, dove il premier Renzi aveva già incontrato la cancelliera tedesca Merkel nel gennaio scorso. Lì, insieme, potrebbero cenare – anche se al momento l’ipotesi viene eslusa – stretti fra le maglie della sicurezza che ha preteso la chiusura al pubblico del Museo di Palazzo Vecchio a partire (probabilmente, ma non è ufficiale) dalle 14 di domani (in tempo per scandagliare e bonificare agoli e tutti gli anfratti).

Buoni auspici dall’Expo, prima tappa della due giorni e spiccioli italiana del primo ministro israeliano che ieri ha parlato del rapporto che lega Israele e Italia, «un’amicizia forte» che può essere rafforzata soprattutto nei campi del «turismo, tecnologia, scienza, cultura», ha detto Netanyahu a Milano. «Israele e Italia collaborano in Africa in un solo Paese», ha detto il premier riferendosi al Senegal. «Potremmo aiutarne molti di più, perché non dieci, venti? Vogliamo e dobbiamo rafforzare la nostra collaborazione e sono pronto a parlarne con Renzi a Firenze».

E il suo arrivo in città dove, salvo sorprese, Benjamin Netanyahu resterà fino a domani sera dopo il vertice, è previsto per oggi alle 15 all’aeroporto di Peretola. A fare gli onori di casa il sindaco Dario Nardella, di ritorno dalle ferie, con il presidente di Toscana Aeroporti Marco Carrai, propiziatore dei buoni rapporti fra Italia e Istraele dove il manager, legato da una solida e antica amicizia con Renzi – oltre che da un’inossidabile collaborazione professionale –, tesse fondamentali relazioni economiche. Ormai da anni Carrai frequenta assiduamente Tel Aviv, suoi i rapporti diplomatici con Gerusalemme per conto di Renzi.

Uno dei temi di questo incontro italiano tra i due premier sarà proprio quello economico, come annunciato ieri dal primo ministro israeliano all’Expo. E Carrai ne ha da dire. La società di ingegneria Aicom, di cui Stefano Carrai, fratello di Marco, è consigliere delegato, sarebbe al lavoro per progettare un impianto di energia rinnovabile nel deserto israeliano. Più gruppi toscani sarebbero invece dentro l’affare della metropolitana di Tel Aviv. Già nei mesi scorsi, ancora prima del viaggio di Renzi in Israele, quando il premier ha invitato ufficialmente Netanyahu, Firenze è stata teatro di incontri e cene ad alto livello tra manager e uomini di governo israeliani e italiani, a quanto pare favorite da Marco Carrai.

La gastronomia toscana farà da sfondo al vertice che di nuovo porterà Firenze sotto i riflettori della politica internazionale. Pare che un consigliere di Netanyahu sia vicino di casa di Dario Cecchini, il macellaio di Panzano che recita Dante mentre prepara il tonno del Chianti.

Prepariamoci, dunque, ai fuochi d’artificio. Anche se dopo il suo arrivo, oggi pomeriggio, Benjamin Netanyahu ha già in programma una lunga serie di incontri privati che terrà in albergo. Per ora, l’unica concessione del Mossad è la visita alla sinagoga dove incontrerà una ristrettissima delegazione della comunità ebraica fiorentina, un’occasione anche per scambiarsi gli auguri: il capodanno ebraico cade il 14 settembre.

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