Apre l'anno giudiziario, il procuratore, "occhio all'alleanza tra vecchie e nuove mafie"

Tindari Baglione e il discorso inaugurale: "Preoccupano le sinergie tra la criminalità albanese e quella di casa nostra" / GUARDA LE FOTO

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Firenze, 24 gennaio 2015 - Gli esempi negativi non mancano in questi anni e l'allarme viene lanciato da chi combatte la criminalità organizzata. Preoccupazione per «le possibili sinergie tra le nuove mafie, composte da cittadini stranieri, e le più tradizionali associazioni criminali». A esprimerla, nel discorso tenuto in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, il procuratore generale presso la Corte di Appello di Firenze Tindari Baglione. In particolare, ha precisato, in Toscana «destano preoccupazione gli accordi tra la criminalità albanese, dedita soprattutto al traffico di sostanze stupefacenti, e le associazioni italiane di stampo mafioso». Questo tipo di alleanza, ha precisato Tindari Baglione, «potenzia non poco la pericolosità della criminalità di origine albanese, che sembra aver acquisito un ruolo di primo piano nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, come emerge dalla scoperta di rapporti transnazionali e collegamenti stabili con fornitori ubicati in Olanda, Spagna e Sudamerica». Sempre nel corso del suo intervento, il procuratore generale ha sottolineato «la particolarità della criminalità organizzata cinese», la cui attività «mette in pericolo la parte migliore del nostro 'made in Italy', attraverso la contraffazione di modelli industriali e marchi e la conseguente produzione in laboratorio di articoli prodotti in Cina e importati in Italia».

"SERVE UNA TASK FORCE GIUSTIZIA" - Creare una «sorta di task force di pronto intervento» nel settore della giustizia, con la funzione di colmare per periodi temporanei «possibili deficienze di organico rispetto alle quali le risorse dei magistrati distrettuali e le applicazioni intra ed extra distrettuali risultano insufficienti». Questo l'appello, rivolto al ministro della giustizia e al Parlamento, lanciato oggi dal procuratore generale presso la Corte di Appello di Firenze, Tindari Baglione, nel corso del suo intervento all'inaugurazione dell'anno giudiziario. «Il sistema giudiziario - ha spiegato - è dotato di una scarsa flessibilità operativa, malgrado la realtà dei fenomeni criminali ponga, talvolta, questo o quell'altro ufficio di fronte a eventi di tale portata da rendere inadeguato l'organico, come il caso della Costa Concordia o della strage di Viareggio». Di fatto, ha proseguito Tindari Baglione, «manca la concreta possibilità di destinare a questi uffici risorse necessarie per affrontare tali emergenze».

IN LIEVE AUMENTO DURATA CAUSE PENALI - In lieve aumento la durata delle cause penali presso la Corte di Appello di Firenze, nonostante un incremento della presenza media dei magistrati. ? quanto emerge dalla relazione tenuta dal presidente della Corte Fabio Massimo Drago in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. «La durata media ha subito un aumento seppur insignificante - ha detto Drago - passando dalla media di 540,21 giorni a quella di 548, 57, con una variazione pari a +1,55%». «Ciò - ha aggiunto -, nonostante la presenza media dei magistrati nel settore sia aumentata rispetto a quella del periodo precedente, passando dalla media del 19,17 a quella del 23,65, quindi con una variazione percentuale pari a +23,37%». Insignificante, +0,22%, la variazione delle durata delle cause civili. Anche in questo caso si è registrato un aumento, pari al 9,59%, del numero medio dei magistrati presenti nel settore. Per quanto riguarda le cause di lavoro, ha detto Drago, «la durata media dei procedimenti è rimasta sostanzialmente stabile sui tempi dell'anno precedente, tra i 10 e i 12 mesi».