Il business dello "spara-selfie": assalto dei venditori abusivi

Tom Hanks e la "figuraccia" di Firenze / IL NOSTRO VIDEO GIRATO A DICEMBRE

L’attore Tom Hanks con il popolare conduttore David Letterman nello show andato in onda lunedì sera

L’attore Tom Hanks con il popolare conduttore David Letterman nello show andato in onda lunedì sera

Firenze, 22 maggio 2015 - E chi lo avrebbe mai detto che il brand Firenze sarebbe arrivato su una delle poltrone più famose d’America per gli odiosi bastoncini per selfie: veri pezzi da novanta di questa stagione turistica. Si tratta delle fastidiose asticelle per tenere il telefonino con cui scattarsi i ‘selfie’ appunto, con tanto di telecomando a distanza e, novità di questa primavera, con la possibilità di aggiungerci anche un cavalletto. Lunedì sera Tom Hanks, protagonista di Inferno, girato in gran parte a Firenze, era ospite del leggendario Late show di David Letterman e per salutare l’amico appena andato in pensione gli ha portato un regalo da Firenze. Non una cartolina del Duomo, oppure una statuina del Davide. Ma uno stick per farsi i selfie. "E lo sai da dove viene? Da Firenze, la culla del rinascimento... che è piena di questi aggeggi..." ha detto sorridendo a Letterman.

Le aste per selfie in effetti sono l’ultimo business "fiorentino" degli abusivi: hanno fatto il loro ingresso in città la scorsa estate e sono state subito accolte con diffidenza. Oggi il bastoncino, volente o nolente, fa parte della collezione-souvenir fiorentina al pari di una statuetta del David o di una maglietta col giglio. In poche parole, in valigia, a fianco al portachiavi a forma di Cupola o a una cartolina del piazzale, ci infili anche lo "spara-selfie".

In tutto il centro storico è un pullulare di venditori abusivi che a ogni passo offrono lo strumento a venti euro ma, nella compravendita, gli interessati possono trattare uno sconto anche del 50 per cento. A venti metri dagli Uffizi i «piazzisti di chincaglierie» sono schierati in forze: sui loro tappetini d’ordinanza ci sono bastoncini gialli, verdi, azzurri. "Di due misure e con il telecomando personalizzato a seconda del cellulare", ci spiegano. Il venditore ci mostra come telecomandare l’oggetto, con istruzioni in italiano e in inglese, e per «rivogarci» a tutti i costi l’articolo ci promette «un prezzaccio».

Da venti euro, dopo una breve trattativa, l’asta è nella nostra borsa a dieci euro. Alcuni ce lo hanno piegato, altri disteso per proporre meglio l’acquisto. Nella bolgia di piazza della Signoria per poco un ‘vu’ cumprà’, nel cercare di vendere il pezzo super kitsch, non ha preso in un occhio un turista. Gli abusivi delle asticelle non si contano. Sono un esercito: li trovi all’angolo di Palazzo Vecchio, su Ponte Vecchio, schierati in squadra al Duomo e in forze al piazzale Michelangelo. Se i ‘fuorilegge’ annusano che la zona è sotto occhio si limitano a spostarsi di pochi metri. Cambia l’articolo ma non l’abitudine: i controlli ci sono ma il problema ha raggiunto dimensioni così impressionanti che non si risolve, semmai si sposta. Ultima tappa della nostra giornata in Santa Croce dove vendono direttamente sulle scalinate della Basilica, trasformata in una sorta di mercato parallelo: qui il braccio si può trovare nell’ultima versione con l’aggiunta di un cavalletto. Il prezzo cambia: sotto i 15 euro difficile scendere.

Rossella Conte

 

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