Accordo con il colosso Google: a Firenze la nuova frontiera del digitale

L’impresa di Andrea Ceccherini presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani Editori col gigante dei ‘new media’

Andrea Ceccherini, fondatore e presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, ha dato il via  a un nuovo progetto rivolto soprattutto agli adolescenti

Andrea Ceccherini, fondatore e presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, ha dato il via a un nuovo progetto rivolto soprattutto agli adolescenti

Firenze, 19 ottobre 2014 - PASSA per Firenze uno snodo cruciale tra la Grande Arte del passato e il linguaggio di un futuro sempre più presente, soprattutto nella «Generazione Y», detta anche dei Millennials. Insomma gli adolescenti: 7 su 10, dicono le statistiche, hanno un profilo su Facebook, e 3 su 10 scrivono o leggono blog. E proprio per loro, per i teenager (ma non solo, naturalmente), passa sotto il Cupolone del Brunelleschi un ramo ideale della mitica Highway 101. O, se preferite, la Bayshore Freeway: insomma, la leggendaria «autostrada del digitale» che attraversa e unisce i templi della comunicazione globale. Tra pochi giorni, l’avvio di un tavolo di lavoro comune per partorire un’iniziativa inedita, nata dall’alleanza stretta tra Andrea Ceccherini, indiscusso leader dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, da una parte, ed Eric Schmidt, il potente presidente mondiale di Google, il colosso dei colossi dei new media. Sei mesi di lavoro tra gli ingegneri di Montain View e i dirigenti dell’Osservatorio, per costruire insieme una sorta di « bussola informatica » che consenta ai teenager di effettuare ogni genere di ricerca sul web, potendo distinguere le fonti dell’informazione di qualità dal resto della comunicazione disponibile sulla rete. Con l’obiettivo di aiutare i giovani a dotarsi di una sorta di navigatore, che li alleni a distinguere le fonti più affidabili.‎ Un modo per non lasciarli soli, nemmeno sulla rete, e per continuare così a esercitare e far crescere il senso civico e lo spirito critico delle giovani generazioni: per Ceccherini è un vero pallino.

PRESIDENTE Andrea Ceccherini, fondatore e presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, ha dato il via a un nuovo progetto rivolto soprattutto agli adolescenti

IL PROTAGONISTA di questa sfida grande e carica di suggestioni oggi ha quarant’anni ma è sempre giovane nell’animo, e giovane nell’intrapresa e nella voglia di aiutare i giovani a uscire dal ghetto di «generazione Senza». Andrea Ceccherini, presidente di Progetto Città e dell’Osservatorio, che nella nuova stagione di ‘Quotidiano in Classe’ supera di slancio gli oltre due milioni di studenti delle superiori coinvolti nella sua iniziativa, con un esercito di 44mila prof alle spalle, che dedicano un’ora di lezione alla settimana alla lettura critica di tre diversi giornali a confronto per dimostrare ai giovani come la stessa notizia si possa dare diversamente, e quanto sia importante di conseguenza abituare la mente, per essere cittadini più liberi, più autonomi, più padroni di se stessi. Un successo superiore al successo di sempre, quello conquistato quest’anno da Andrea Ceccherini, ormai sempre più proiettato sul palcoscenico internazionale, quello che conta. Lo chiamavamo «il ragazzo dall’agenda d’oro», quando – senza spiegazione che ci risultasse plausibile – riusciva a farsi ricevere da un mostro sacro della politica come Giulio Andreotti, che divenne suo convinto mentore, e lo affiancò, lui e la sua formidabile squadra di Progtto Città, nell’organizzazione di corsi e incontri a cui prendevano parte tutti i leader nazionali di uno schieramento sempre trasversale, da Fini a D’Alema, ma anche i grand commis di Stato, i big dell’economia e della finanza del calibro di Cesare Romiti, di Diego Della Valle, i presidenti di Mediobanca, Intesa San Paolo e Unicredit, giovani emergenti dell’industria come il presidente di Fiat John Elkann, e rampolli lanciati come gli eredi del tycoon dell’informazione Rupert Murdoch, James e Lachlan, suoi amici, peraltro mai esibiti.

 

ATTIVITÀ instancabile e capacità che hanno ottenuto legittimazioni impensabili per i più: due volte al Quirinale, con Ciampi e Napolitano, due volte nei pressoché irraggiungibili palazzi dell’Oltretevere vaticano, con Benedetto XVI e Papa Francesco. E adesso il grande salto nel mondo del potere più trendy. Ovviamente, sull’altra Sponda del Grande Fiume, l’oceano Atlantico. Gli States, che l’avevano già accolto perfino al Dipartimento di Stato. Un viaggio di un mese: quindici giorni sulla East Coast, quindici giorni sulla West Coast. Tra New York e Washington Dc, a tu per tu, senza filtri, con gli editori, i Ceo, e i grandi direttori delle testate opinon leader: The New York Times, The Washington Post, The Wall Street Journal, insomma i templi dell’informazione di qualità e di contenuti, che per lui stendono sempre il tappeto rosso. Poi, sulla sponda del Pacifico, nella Silicon Valley, ospite della Apple, a Infinite Loop, il quartier generale di Cupertino voluto da Steve Jobs, di Google a Mountain View (proprio il campus del film ‘Gli stagisti’), poi a Twitter e Yahoo, e infine più a Nord, a Seattle, nella sede di Amazon, capitanata dal mitico Jeff Bezos. Senza farsi mancare la carta stampata, con il Los Angeles Times. Un maxitour che non parte per caso. Già il 9 ottobre 2013 Ceccherini aveva ospitato Eric Schmidt, il boss mondiale di Google, per l’inaugurazione di una nuova stagione di Quotidiano in Classe. Nuova in tutti i sensi: nacque in quella sede una nuova straordinaria allenza, che proprio da qui a breve si tradurrà in una formidabile fase operativa, un gruppo di lavoro paritario tra Google e l’Osservatorio che lavorerà da novembre, tra pochi giorni, fino a maggio 2015 a costruire un progetto ambizioso, un «gprs informatico» per aiutare i ragazzi a capire dove sta, in rete, l’informazione buona e scartare la spazzatura.

UN’IDEA che regala a Firenze un ruolo di eccellenza in mezzo ai big players del mondo digitale. Sì, il Futuro passa di qua. E Ceccherini ne sarà un sicuro artefice, perché i palchi internazionali ormai sono i suoi. Piace la sua indipendenza, la sua terzietà, il suo non scendere mai a patti con chi conta al momento, e piace la sua determinazione a inseguire il suo sogno: rendere i giovani sempre più protagonisti del cambiamento.

 

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