Giornate Fai di primavera in Toscana, il bello che fa bene a cuore e spirito

Sabato 19 e domenica 20 marzo 38 meravigliose residenze storiche spalancheranno le loro porte, ecco quali sono

L'ex convento di Santa Marta a Siena

L'ex convento di Santa Marta a Siena

Toscana, 15 marzo 2016 - Una due giorni dedicata all'arte, alla bellezza del paresaggio, per nutrire occhi e spirito. Accadrà sabato 19 e domenica 20 marzo in occasione delle 'Giornate Fai di primavera', il più importante evento di piazza dedicato ai beni culturali organizzato dal Fondo Ambiente Italiano e giunto alla 24esima edizione. In Toscana saranno ben 38 il luoghi visitabili:

-'Convitto nazionale Cicognini e oratorio del Pellegrino'Convitto Cicognini di Prato antica istituzione scolastica cittadina fondata dalla Compagnia del Gesú nel 1715 su lascito di Francesco Cicognini, Francesco Fazzi e Lorenzo Niccolai. Attraverso la visita agli ambienti monumentali: cappella, teatro, refettorio, sala di ricevimento si ripercorrerá la storia del Convitto e dei suoi piú illustri convittori da Bettino Ricasoli a Curzio Malaparte. Sará questa l'occasione per l'apertura assolutamente straordinaria del cinquecentesco oratorio del Pellegrino (1588) annesso al convitto che conserva il "Crocifisso con simboli della passione" affresco staccato di Bonaccorso di Cino (1350) e affreschi dei primi dell'Ottocento.

- 'Abbazia di san giusto al Pinone'- Affascinante edificio romanico, tra i più originali del territorio, fondato tra l'XI e il XII secolo, mostra influssi dell'architettura benedettina cluniacense e del romanico provenzale e spagnolo nella navata alta e stretta, suggestiva nella scarsa luce che penetra dalle finestre della facciata e delle tre absidi. Sita situata alle pendici del Montalbano, sulle colline di Leonardo, all’interno di un rarissimo bosco di agrifogli secolari premiato dalla storia. Una campana della chiesa, detta la "Sperduta", aveva il compito di guidare i pellegrini in difficoltà e chiamarli a raccolta prima del tramonto, prima che le porte dell'abbazia si chiudessero. Secondo la tradizione sarebbe stata fondata da un monaco eremita francese, San Giusto o Giustone. Fino al Trecento fu sede di una piccola comunità monastica cistercense, oltre che ospizio di viandanti, diventando successivamente oratorio per poi essere abbandonata. Dopo una parziale ricostruzione ottocentesca, fu ripristinata nel dopoguerra.

Palazzo vescovile - Il palazzo è sede dell'abitazione del Vescovo di Pistoia sino dalla sua prima costruzione, fu commissionato all'architetto Stefano Ciardi, tecnico di fiducia del vescovo Scipione de'Ricci, per sostituire l'antica e vetusta abitazione vescovile sul lato della Cattedrale con un palazzo moderno ed adeguato alle esigenze abitative In poco più di due anni tra il 1786 e il 1788 fu realizzato il nuovo palazzo dotato di un monumentale ingresso collegato allo scalone e all'atrio d'onore, caratterizzato da colonne ioniche e da una magnifica cupola dipinta. Saranno visibili ambienti sia di rappresentanza, come la “sala rossa” con soffitto dipinto da Luigi Catani con il trionfo della religione, che privati: tra cui la cappella privata del Vescovo e la “sala degli stemmi”. Il palazzo ospita opere d'arte di grande pregio provenienti da chiese e monasteri soppressi. Un giardino privato è posto sul retro del palazzo e sarà eccezionalmente visibile in questa occasione.

- Convento di San Francesco: Aula Capitolare e Chiostro - Il chiostro di San Francesco e in particolare l'Aula capitolare costituiscono un unicum nel panorama artistico cittadino e toscano. Il Capitolo ospitava le riunioni della comunità dei Frati “capitolarmente adunati” per decidere sulla gestione del Convento; la sala è di grandi dimensioni misura 13 metri per quasi 11 e ha una grande volta a crociera interamente affrescata tra la fine del sec. XIV e gli inizi del XV secolo da Antonio Vite. Gli affreschi rappresentano la Resurrezione di Cristo e episodi della vita di san Francesco: il Presepe di Greccio, il miracolo del cuore dell'avaro e la gloria del Santo titolare. La parete principale dell'aula è affrescata con una splendida e preziosissima rappresentazione dell'Albero della Croce con santi Francescani. Gli ambienti oggetto della visita ospitarono il primo nucleo del costituendo museo Civico Cittadino, data la loro rilevanza e il loro pregio artistico.

- Palazzo della Banca d'Italia - Il palazzo della Banca Nazionale del Regno d'Italia realizzato (1865-1869) per trasferirvi la Direzione Generale da Torino a Firenze Capitale, fu progettato dall'architetto Antonio Cipolla sull'ampio giardino antistante il palazzo de' Pazzi di Borgo degli Albizi. All'interno spicca lo scalone monumentale, con il soffitto ornato dallo scenografo Girolamo Magnani, la sala ottagonale della biblioteca e le pregevoli decorazioni dei saloni posti al piano nobile e al secondo piano.

- Igm, Istituto geografico militare L’Istituto Geografico Militare (IGM), Ente Cartografico dello Stato italiano, ha sede a Firenze in via Cesare Battisti, in una parte del complesso che in origine era stato il convento dei frati Serviti della limitrofa Santissima Annunziata, soppresso nel 1865. All’interno si segnalano il salone, già cenacolo dei Servi di Maria e la biblioteca, dal 1694 occupata dalla libreria del convento dei Serviti e oggi destinata all'estesa raccolta di volumi e carte dell’IGM.

- Basilica di Santa Maria all'Impruneta - La Basilica di Santa Maria all'Impruneta, fondata nel 1059 in seguito al ritrovamento di una sacra immagine della Madonna, conserva opere di notevole pregio, come le due edicole di Michelozzo decorate con terrecotte invetriate di Luca della Robbia. In facciata, sotto il portico di Gherardo Silvani (1634) dove due lapidi attestano la prima consacrazione dell'edificio (1059) e la riconsacrazione dopo i restauri (1950), si accede ai due chiostri, dal secondo dei quali si scende in un vasto ambiente coperto a volta, la sala d'Armi dei Buondelmonti, e nella cripta, un piccolo locale absidato del XII secolo. La torre campanaria, uno dei pochi resti dell’originaria pieve romanica, è del XIII secolo con merlature ottocentesche.

- Fornace Agresti - La Fornace, situata a mezza costa su una collina argillosa, risale ai primi anni del Settecento quando gli Agresti, una delle più antiche famiglie di fornaciai di Impruneta, trasferirono qui la loro attività a seguito dell'esaurimento della precedente cava di via della Croce. Costruita in mattoni e pietra, l'antica manifattura, oggi in disuso e di proprietà dell'Amministrazione comunale, è stata accuratamente restaurata. L'interno è organizzato su piani diversi e sovrapposti: al centro si trovano i due forni a legna, più in basso è il deposito del combustibile (fascine), presso il deposito dell'argilla. Una loggia è posta in corrispondenza della facciata d'ingresso.

Chiesa di Santo Jacopo al tempio - La chiesa templare risale al periodo compreso tra la fine del 1100 e gli inizi del 1200. Alla chiesa era annesso un ospedale, probabilmente per i pellegrini. La facciata è coronata da una serie di ceramiche islamiche inserite al di sotto degli spioventi del tetto secondo la moda pisana. L’edificio, in pietra e laterizi, di raffinata architettura, presenta l’interno coperto a volte. Alcuni affreschi trecenteschi ne adornano le pareti: una Madonna col Bambino fra i santi Giacomo maggiore e Giovanni evangelista di Memmo di Filippuccio, una Crocifissione e una Deposizione nel sepolcro, attribuiti al Maestro della Madonna Strauss. Sul pilastro sinistro è un San Giovanni Battista dello stesso maestro, su quello di destra un San Jacopo maggiore di Pier Francesco Fiorentino. Dal XVII secolo la chiesa è pertinente al vicino monastero di clausura e a questo collegata tramite un cavalcavia. Di fronte alla facciata, un’opera d’arte contemporanea di Jannis Kounellis.

- Chiesa di San Pietro in Forliano - La chiesa romanica di San Piero, in origine San Pietro in Forliano, risale al periodo compreso tra la fine del 1100 e la metà del 1200. La facciata, con schema a capanna, ha un portale centrale sormontato da un oculo, caratteristico elemento dell’architettura religiosa valdelsana di questo periodo. L’interno, ad aula unica, presenta interessanti affreschi della prima metà del Trecento. Memmo di Filippuccio realizzò l’Annunciazione, la Madonna in trono tra due sante e l’Adorazione dei Magi. Alla bottega dei Memmi, con molta probabilità a Federico, va attribuito l'affresco dall'insolita iconografia con la Madonna che passeggia tenendo per mano Gesù, tra San Paolo e San Giovanni Battista.

- Liceo artistico – "IIS G. Carducci"- A Volterra, immediatamente fuori le mura, affacciata su un bel giardino ecco la sede del Liceo artistico dal 1933. L’ elegante edificio, progettato dall'architetto Bruno Colivicchi, volterrano, presenta una pianta a forma di M (Mussolini) ed è realizzato nello stile lineare caratteristico dell'architettura del Ventennio fascista. Nel 1937 la Scuola specializzata nella lavorazione dell’alabastro, ottenne l'apertura di due nuove sezioni di istruzione per la lavorazione dei metalli pesanti, delle leghe leggere e del legno, per la necessità di avviare una sperimentazione che comprendesse anche l'abbinamento fra l'alabastro e gli altri materiali al fine di rinnovare l'immagine della pietra volterrana sul mercato. Negli anni '70, nel giardino retrostante l'edificio principale, venne costruito un laboratorio dedicato esclusivamente alla lavorazione dell'alabastro. La struttura dell'edificio è rimasta pressoché intatta nel corso del tempo. Esposti, all'interno della Scuola, si possono ammirare tutti i lavori più significativi, progettati e realizzati nel corso degli anni dagli studenti e i calchi in gesso di statue greche provenienti dai musei vaticani, dono di Pio IX.

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