Galleria dell'Accademia, l'allarme di Hollberg: "Sotto organico e con pochi spazi"

La direttrice del museo fiorentino si lamenta della situazione difficile della struttura

Cecilie Hollberg (New Press Photo)

Cecilie Hollberg (New Press Photo)

Firenze, 28 luglio 2016 - Grido d'allarme sulla situazione della Galleria dell'Accademia da parte della direttrice del museo fiorentino (all'interno del quale è esposto, tra le altre opere, anche il David di Michelangiolo) Cecilie Hollberg: «Serve un intervento urgente per porre rimedio alla carenza di organico della Galleria dell'Accademia: siamo sotto organico del 40%, è da dicembre che scrivo in continuazione al ministero».

In una intervista all'agenzia Ansa, Hollberg aggiunge: «Siamo per il 40% sotto organico, mancano architetti, informatici, custodi, addetti di ogni tipologia necessaria al funzionamento del museo. Sono costretta a occuparmi personalmente di problematiche strettamente tecniche: solo per fare un esempio, quelle all'impiantistica e alla climatizzazione. Qui manca l'esperto di riferimento e l'impianto generale risale a più di 40 anni fa. Nel mentre è cambiato tutto: pure il clima. Ora è necessario rifarlo, e ci sto pensando praticamente da sola...».

«Siamo costretti a giocare un tetris continuo con i pochi spazi che abbiamo a disposizione per fare tutto quello che dobbiamo fare - ironizza Hollberg - ma la verità è che occorrono in modo impellente nuovi locali per mille cose indispensabili: guardaroba, deposito, studi di restauro, uffici, punto ristoro, archivio, persino gli impianti climatizzazione. E non si parla certo di pochi metri quadrati, né di spazi da poter recuperare con un piano sotterraneo, visto che qua a Firenze sussiste il rischio alluvione».

Secondo la direttrice il piano ampliamento «è un lavoro a lungo termine che avrebbe già dovuto essere avviato molto tempo fa; è dal 1911 che ci stanno provando inutilmente, ma ora l'inizio di questo piano non è rinviabile oltre». L'idea della Hollberg è quella di acquisire spazi dall'adiacente Accademia delle Belle arti, «con la quale abbiamo già stabilito un dialogo proficuo in questa prospettiva. Ma ora occorre sollecitare i due ministeri interessati, Beni culturali e Istruzione, serve mettere mano alle soluzioni quanto prima». Il modello di riferimento per questo progetto, secondo la Holberg, sono «le gallerie dell'Accademia di Venezia: in quel caso l'Accademia si è trasferita integralmente e le gallerie hanno occupato tutto il suo spazio. Così hanno ambienti consoni, mentre la scuola ne ha trovati altrove più adatti. Tutti sono stati contenti. Qua a Firenze c'è un'altra situazione e bisogna vedere cosa è possibile fare. Ogni soluzione, ovviamente, va trovata insieme in modo che tutti siano soddisfatti».

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