Processo Forteto, la città si indigna per la sostituzione del giudice

Attacco trasversale della politica alla decisione della Corte d'appello. Bambagioni (Pd): "Così finirà tutto nel nulla". Donzelli: "Si rafforza il timore che il sistema sia protesso da uomini molto influenti" / FORTETO, LE VITTIME SCRIVONO A RENZI / FORTETO, LA NUOVA ACCUSA E' "VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO"

Rodolfo Fiesoli, fondatore della comunità 'Il Forteto'

Rodolfo Fiesoli, fondatore della comunità 'Il Forteto'

Firenze, 25 luglio 2014 -  UN GIUDICE che, interrogando gli imputati, lascia trasparire il proprio pensiero. Sarebbe stato questo pregiudizio, nel senso che viene prima del giudizio vero e proprio, a compromettere il processo per violenze sessuali e maltrattamenti avvenuti dentro la comunità mugellana del Forteto. Tutto da rifare, o quasi, visto che i difensori di Rodolfo Fiesoli, il principale imputato, hanno avuto ragione dalla Corte d’Appello: il “profeta” deve essere giudicato da un altro collegio, non più dal giudice Marco Bouchard.  La città non è rimasta impassibile. Anzi. La notizia ha fatto subito il giro di Firenze, raccogliendo impressioni forti. 

«LA RICUSAZIONE del presidente è un fatto straordinario, mai avvenuto prima a Firenze — dice il capogruppo di Centro democratico in consiglio regionale, Maria Luisa Chincarini —. Persino Berlusconi, uomo non di poco peso in Italia, è mai riuscito a ottenerla in uno dei suoi processi. Sembra proprio che si voglia far di tutto per lasciar sole le vittime degli abusi del Forteto, che con tanto coraggio hanno avuto la forza di denunciare quanto subito in decenni di sevizie e malversazioni». Chincarini si dice «allibita da quanto è accaduto. Sembra l’ennesima dimostrazione che c’è davvero qualcosa di grosso dietro la vicenda del Forteto». 

Di segnale «gravissimo e preoccupante» parla anche il consigliere regionale del Pd Paolo Bambagioni. «Le istituzioni a suo tempo hanno compiuto un errore gravissimo affidando i minori a una struttura che invece di proteggerli li ha nuovamente offesi — spiega Bambagioni —. E ora che si dovrebbe fare finalmente giustizia, si pongono le condizioni perché tutto finisca nel nulla, con buona parte del processo da rifare e avviando tutta la vicenda alla prescrizione dei reati che in alcuni casi scatterà nel 2015». Parole nette: «Nella ricusazione del giudice e nel recente mancato commissariamento della cooperativa — accusa Bambagioni —, vedo la precisa volontà di proteggere in qualche modo il sistema Forteto e non andare al cuore delle responsabilità dei crimini perpetrati per anni ai danni di innocenti bambini». 

 

PER IL CONSIGLIERE regionale di Forza Italia Stefano Mugnai, che è stato presidente della commissione di inchiesta regionale sulla vicenda, «da parte delle istituzioni questo è l’ennesimo tradimento alle vittime del Forteto, uno schiaffo alla verità processuale. Sono indignato». «La tragica storia del Forteto — dice Mugnai — va raccontata fino in fondo anche attraverso quella verità processuale che l’andamento delle udienze lasciava chiaramente intuire. Oggi siamo sgomenti, soprattutto pensando al coraggio delle vittime che hanno denunciato quanto subito al Forteto nella loro minore età. Con questa decisione le istituzioni tradiscono quei ragazzi. Di nuovo». 

IL CAPOGRUPPO di Fratelli d’Ilaia in consiglio regionale, Giovanni Donzelli, giudica «grave che sia stato tolto il processo Forteto al giudice che stava conducendo il dibattimento, un giudice che non ha mai fatto discutere, libero. Peccato sia stato tolto». Attacca senza mezzi termini Donzelli: «Prima la retromarcia incredibile del governo sul commissariamento e oggi il cambio del giudice — dice —. Purtroppo si rafforza il timore che nonostante tutto quello che è emerso pubblicamente, il sistema Forteto sia ancora protetto da uomini molto influenti e potenti. Noi saremo ancora più vicini e solidali con le vittime».

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