"Forteto, serve una commissione parlamentare": la richiesta dei Cinque Stelle a Roma

Interrogazione al ministero dello Sviluppo Economico

Rodolfo Fiesoli (Fotocronache Germogli)

Rodolfo Fiesoli (Fotocronache Germogli)

Firenze, 8 ottobre 2015 - Il Movimento 5 Stelle ha depositato, alla Camera e al Senato, una proposta di legge in cui chiede l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul Forteto, la cooperativa-comunità del Mugello fondata da Rodolfo Fiesoli, e ha presentato una interrogazione al Ministero dello Sviluppo economico per chiedere il commissariamento della cooperativa. Lo hanno annunciato in una conferenza stampa alla Camera i parlamentari Alfonso Bonafede e Laura Bottici. Una vicenda buia, quella del Forteto.

La struttura, che aveva una funzione sociale, si sarebbe trasformata, negli anni, in un luogo degli orrori, come attestato dalle testimonianze nei processi. Allo stesso tempo, però, era diventata una cooperativa importante, con un fatturato di 18 milioni di euro all'anno, un «fiore all'occhiello» del sistema delle coop toscane, che riceveva anche congrui finanziamenti, «anche dalla Regione Toscana» ha spiegato oggi la senatrice Laura Bottici.

Fiesoli è stato condannato per due volte, nel 1985 in maniera definita per maltrattamenti e atti di libidine e nel giugno 2015, in primo grado, per violenza sessuale, violenza di gruppo e maltrattamenti a minori provenienti da famiglie disagiate. Insieme a lui sono stati condannati anche alcuni suoi collaboratori. Al Forteto infatti nel tempo erano stati affidati dal tribunale per i minorenni di Firenze decine di bambini e adolescenti, formalmente affidati ad una delle famiglie della comunità. In realtà - come è venuto fuori dai processi e come è stato sottolineato oggi dal presidente dell'associazione vittime del Forteto, Sergio Pietracito - i minori sarebbero stati non soltanto sfruttati per lavorare, ma avrebbero subito una sorta di lavaggio del cervello per allontanarli definitivamente dalle loro famiglie e per convincerli a subire quello che veniva considerato una sorta di rito di purificazione (definito «chiarimento»), che consisteva in rapporti omosessuali con Fiesoli o con suoi collaboratori. «Era una setta, una trappola - ha detto Pietracito, che è stato tra i fondatori del Forteto e poi è fuggito dalla comunità - erano riusciti a creare un sistema di tipo mafioso grazie a una capacità di creare legami

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