Il caso Forteto torna in Regione, e otto soci sconfessano il cda

La denuncia: «Le vittime sono subordinate ai condannati»

Ferdinando Palanti, presidente della coop  Il Forteto Il clamore non è attenuato neanche dopo la sentenza d’appello

Ferdinando Palanti, presidente della coop Il Forteto Il clamore non è attenuato neanche dopo la sentenza d’appello

Firenze, 26 luglio 2016 - Non c’è pace possibile per il Forteto. In quella che per tanto tempo si è rivelata essere la comunità degli orrori e dei maltrattamenti per molti minorenni che erano stati affidati ai due soci fondatori Fiesoli e Goffredi (La condanna in appello - leggi l'articolo). La polemica interna continua e nelle prossime 48 ore si trasferirà anche sui banchi del consiglio regionale dove sarà discussa la relazione unitaria della commissione d’inchiesta che rischia di far saltare i nervi a molti esponenti del Pd.

E’ di ieri la lettera aperta di otto soci che denunciano, nonostante la conferma dell’ impianto accusatorio e delle condanne della sentenza di appello «il permanere dello stato di fatto all’interno dell’organizzazione della cooperativa».

«Come soci – hanno scritto al presidente Palanti – che avevano dato fiducia a un progetto di reale rinnovamento dell’azienda per dimostrare che ci teniamo alla salvaguardia del lavoro per noi stessi e per gli altri lavoratori, soci e non, speravamo in un vero e proprio cambiamento di gestione e di gestori. Così non è stato». Anzi – è l’accusa – «il presidente ha fatto dichiarazioni tanto gravi che in nessun modo tengono conto della realtà giuridica emersa in primo grado e confermata in secondo grado, dimostrando così di allinearsi totalmente alla vecchia gestione. Quindi togliamo la fiducia, espressa nell’assemblea del 22 aprile 2016, al ‘nuovo’ Cda e a tutte le figure che da esso dipendono».

Oggetto del contendere è la ‘lettura’ della sentenza sull’ex presidente Stefano Pezzati che è stato assolto per due imputazioni e condannato solo in sede civile (causa prescrizione) per violenza privata con un risarcimento a carico della cooperativa di 800mila euro. La cooperativa sostiene «la piena assoluzione dell’ex presidente» che «avvalora la convinzione della completa estraneità della cooperativa ai fatti addebitati ad alcuni soci o ex soci». E poi ci sono gli otto soci. Loro denunciano che «la cooperativa è stata riconsegnata nelle mani della comunità; ai soci della comunità e ai soci a loro sodali sono stati riconosciuti incarichi e responsabilità che vedono i soci denuncianti o parti offese, di nuovo e in ogni reparto, loro subordinati».

Paola Fichera

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