Assolti da accusa di stupro di gruppo, la vittima: "Più credibile se morta?"

L'amaro sfogo della ragazza su un blog, dopo che la sentenza è diventata definitiva. Deputati Pd annunciano interrogazione

Violenza in famiglia

Violenza in famiglia

Firenze, 21 luglio 2015 - "Se fossi morta sarei stata più credibile?". L'amara e drammatica domanda viene fatta dalla ragazza fiorentina che aveva denunciato di essere stata violentata alla Fortezza da Basso da sei giovani, poi assolti in appello. Con le motivazioni della sentenza e con la decisione della Procura generale di Firenze di non presentare ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte di appello (diventata, quindi, definitiva), la ragazza si sfoga. Intanto, alcuni deputati del Pd annunciano una interrogazione urgente al ministro della giustizia sul caso. 

Tornando alle parole della ragazza, sono tratte da una lettera a lei attribuita, apparsa sul blog 'Abbatto i murì. "Vorrei riuscire a scrivere qualcosa che abbia un senso - afferma la ragazza - ma non posso perché un senso, questa vicenda, non ce l'ha. Sono io la ragazza dello stupro della fortezza, sono io. Ogni volta che cerco con le mani e i denti di recuperare la mia vita, di reagire, di andare avanti - dice ancora la giovane - c'é sempre qualcosa che ritorna a ricordarmi che sì, sono stata stuprata e non sarò mai piú la stessa".

Nella lettera la ragazza ripercorre le fasi degli interrogatori e del processo, e gli sforzi per cercare di tornare ad una vita normale, nonostante i momenti di sconforto e i tentativi di suicidio. Alla violenza di quella notte, spiega ancora, si è aggiunta quella "dei mille interrogatori della polizia", e "la violenza di 19 ore di processo - dice - in cui é stata dissezionata la mia vita dal tipo di mutande che porto al perché mi ritengo bisessuale".

La ragazza, così, dice che "essere vittima di violenza e denunciarla è un'arma a doppio taglio: verrai creduta solo e fin tanto che ti mostrerai distrutta, senza speranza, finché ti chiuderai in casa buttando la chiave dalla finestra, come una moderna Raperonzolo, ma se mai proverai a cercare di uscirne, a cercare, pian piano di riprendere la tua vita, ti sarà detto 'ah ma vedi, non ti è mica successo nulla, se fossi stata veramente vittima non lo farestì. Per essere creduta e credibile come vittima di uno stupro - prosegue lo sfogo - non bastano referti medici, psichiatrici, mille testimonianze oltre alla tua, le prove del dna". Quello che conta è "il numero di persone con cui sei andata a letto prima che succedesse, o che tipo di biancheria porti, se usi i tacchi, se hai mai baciato una ragazza, se giri film o fai teatro, se hai fatto della body art, se non sei un tipo casa e chiesa e non ti periti di scendere in piazza e lottare per i tuoi diritti, se insomma sei una donna non conforme, non puoi essere creduta". In questa storia, conclude la giovane, "abbiamo perso tutti, quello che vince è la voglia di non farmi intimidire, di non perdere la fiducia in me stessa e di riacquistarla nel genere umano".

Sulla vicenda, come detto, i deputati del Partito democratico Michele Anzaldi, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno (componente della commissione Giustizia) hanno annunciato la presentazione di "una interrogazione urgente al ministero della Giustizia affinché valuti se non sia opportuno chiedere una relazione alla Procura generale di Firenze sul perché non sia stato presentato ricorso contro l'assoluzione in secondo grado dei sei giovani, già condannati in primo grado per lo stupro di gruppo di Firenze del 2008. Il Ministero valuti anche di inviare un'ispezione».

I parlamentari aggiungono: "Si fatica a comprendere perché la magistratura dell'accusa, dopo la condanna di primo grado, non abbia ritenuto che ci fossero i presupposti per il ricorso alla Cassazione avverso l'assoluzione in Appello. Lo sfogo della ragazza, tra l'altro, contiene accuse molto forti all'indirizzo di chi ha scritto la sentenza. Nei giorni in cui la Toscana è stata funestata dalla terribile violenza sul treno Pisa-Livorno, il messaggio che arriva dal tribunale di Firenze rischia di apparire come l'ennesima brutalità nei confronti di chi è vittima di un reato odioso".

 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro