"Ergastolo della patente", 80mila sì. Ma il decreto ancora si fa attendere

La nostra battaglia Cinque anni fa da Firenze l’appello per arrestare drogati e ubriachi al volante / INCIDENTE, MUORE 38ENNE: DUE FERITI, ENTRAMBI POSITIVI ALL'ALCOLTEST

Polizia Stradale (foto repertorio)

Polizia Stradale (foto repertorio)

Firenze, 2 aprile 2015 - Una strage inarrestabile. Ancora un morto sull’asfalto, ancora qualcuno che si è messo al volante dopo aver bevuto troppo alcol. Arrestare la strage è il requisito d’urgenza che serve per procedere con un decreto legge: ripete instancabile da anni Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, il diciassettenne fiorentino ucciso da chi, ubriaco e drogato, la sera del 2 giugno 2010 si mise ugualmente alla guida di un motorino.

I dati che cita del resto parlano chiaro: "Ogni anno circa mille persone perdono la vita per colpa di automobilisti che hanno assunto alcol o droga". Se non è un’emergenza, che altro è? D’altra parte, la decretazione d’urgenza sembra resa inevitabile dai tempi biblici che occorrono per modificare la normativa. A che punto è la legge delega sull’omicidio stradale e l’ergastolo della patente? Dopo essere stata approvata alla Camera, la si direbbe impantanata.

"La solita palude del Parlamento", come ha sottolineato lo stesso Stefano Guarnieri che con la moglie ha fondato l’associazione che porta il nome di Lorenzo. D’altra parte la legge delega sarebbe comunque un passo avanti ma non risolutivo: una volta approvata, il governo ha mesi di tempo per provvedere alla stesura. Con la possibilità quasi scontata di dover scendere a compromessi: reato colposo e non doloso, forse nemmeno preterintenzionale, con il conseguente decadimento della recidiva. Eppure la legge sull’omicidio stradale, lanciata da Firenze, sembrava avere tutte le carte in regola per un iter meno accidentato.

Per l’impegno preso pubblicamente da Matteo Renzi il giorno in cui da sindaco è diventato premier e poi ribadito più volte. Renzi che da Palazzo Vecchio si era schierato a fianco proprio dell’associazione "Lorenzo Guarnieri" nella raccolta firme per sostenere la proposta di legge. E poi aveva aderito al progetto David dell’associazione, il piano strategico per la sicurezza stradale che, prendendo spunto dall’organizzazione inglese, definiva un obiettivo di vite da salvare nel comune di Firenze individuando cinque linee di intervento (dati e analisi, aderenza alle regole, formazione di giovani e adulti, infrastrutture stradali e assistenza alle famiglie).

Un obiettivo comune – la sicurezza stradale – che ha visto da subito in prima linea "La Nazione". L’urgenza di una sterzata è testimoniata dai sit in che hanno avuto luogo la scorsa settimana davanti a molte prefetture italiane: è stato il modo delle associazioni delle vittime della strada di urlare ancora una volta «basta». E’ testimoniata anche dagli 80.400 italiani che, a ieri, hanno sottoscritto la proposta di legge: ufficialmente le firme non vengono più raccolte, non servono più, eppure ogni mese crescono sul sito e qualcosa deve pur significare. C’è poi l’85 per cento degli italiani che, a ogni sondaggio periodicamente ripetuto, auspica l’inasprimento normativo, perché crede che sballare, mettersi al volante e strappare la vita a un innocente abbia un nome: omicidio stradale.

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