A caccia della Gioconda, col fiato sospeso per l'esito delle analisi

Esami al carbonio 14 su resti mortali rinvenuti tempo fa / IL VIDEO / FOTOGALLERY

Silvano Vinceti (foto Umberto Visintini/New Pressphoto)

Silvano Vinceti (foto Umberto Visintini/New Pressphoto)

Firenze, 5 marzo 2015 - Leonardo Da Vinci visse a Firenze dal 1500 al 1504 in una stanza del convento della Ss Annunziata. Ed è proprio qui che continuò a dipingere uno trai suoi quadri più famosi ed enigmatici: la Gioconda.

“In questi giorni si stanno compiendo gli esami del carbonio 14 sui tre resti mortali rinvenuti tempo fa – spiega il ricercatore Silvano Vinceti -. Se il carbonio ci confermerà che si tratta di tre resti mortali del periodo cinquecentesco, e se per uno dei tre i picchi di probabilità rientrassero nell’arco coincidente con la morte della Monna Lisa, allora si potrà affermare con altissima probabilità di avere ritrovato la Gioconda”.

I risultati si sapranno fra una quindicina di giorni, intanto una ulteriore prova scientifica potrebbe venire dagli esami del Dna. “Grazie al’evoluzione tecnica di tale esame, oggi siamo in grado di ricostruire i colori degli occhi, dei capelli e della carnagione di Monna Lisa. Se vi fosse corrispondenza col ritratto del Louvre, potremmo finalmente affermare che questo resto mortale, pur con ragionevoli dubbi, è davvero quello della prima modella della Gioconda”.

Maurizio Costanzo

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro