Giovedì 25 Aprile 2024

Sputi e minacce al disabile 45enne; rubati soldi e cellulare

La denuncia di un padre: "Mio figlio ostaggio del branco"

Da sinistra Maurizio Ceccarelli e il padre Giuliano (Pressphoto)

Da sinistra Maurizio Ceccarelli e il padre Giuliano (Pressphoto)

Firenze, 13 dicembre 2014 - Una storia incredibile, figlia di uno squallore difficile persino da raccontare. Maurizio Ceccarelli ha 45 anni. È affetto da una tetraparesi spastica che gli impedisce una vita normale, simile a quella di ogni suo coetaneo. Vive a Gavinana, a pochi passi da piazza Bartali, insieme ai genitori. Il padre Giuliano, ex agente della polizia municipale, ora in pensione, ci ha scritto un paio di giorni fa. Aveva letto la nostra inchiesta sulla baby gang nel quartiere. E le successive polemiche a sfondo politico.

"Ho bisogno di parlarvi. Perché quello che ho da dirvi è grave. Ho acquistato a mio figlio una carrozzina elettrica, grazie alla quale può essere un po’ più indipendente. Ha iniziato a girare per la zona, fermandosi anche davanti all’ingresso della Coop. All’inizio sembrava che andasse tutto bene, fino ad un giorno, di circa un anno fa, in cui tornò a casa senza soldi. Lui non voleva dirmi nulla, ma alla fine mi ha raccontato che era stato un gruppetto di adolescenti che bazzica la piazza. Gli avevano rubato soldi e dignità. Speravo in un episodio isolato, che purtroppo si è ripetuto sei volte. Una volta gli hanno rubato il cellulare, una volta gli hanno tirato delle monetine in testa, un’altra gli hanno sputato in faccia".

"Una volta – continua – è intervenuta la polizia, poi, un mese fa, esasperato, mi sono rivolto anche ai carabinieri, sporgendo una regolare denuncia. Gavinana è una bella zona, ma non perfetta. Molto, moltissimo andrebbe ancora fatto. E non è giusto negare i problemi. O far finta che non vi siano".

Lo sguardo di Giuliano è sempre rivolto a Maurizio, anche mentre parla. Negli occhi ha la tristezza di un padre che fa i salti mortali per poter offrire al figlio una vita degna di tal nome. "Vi ho chiamato perché voglio che ci sia un intervento che consenta a mio figlio di uscire di casa senza paura. È necessario che qualcuno parli con questi ragazzi. Molte di queste dinamiche sono il frutto dell’abbandono dei propri genitori. Ha ragione don Vittorio, presi singolarmente non sono cattivi, ma in branco si trasformano. E non trovano di meglio che prendersela con un uomo in carrozzina".

Giuliano, con un filo di voce, quasi timidamente, ci racconta il vero motivo della mail inviata al giornale. "Ho paura, paura che se nessuno interviene possa fare una sciocchezza. Ho paura che, vedendo mio figlio preso di nuovo a schiaffi o a sputi, possa perdere il controllo e fare qualcosa di cui pentirmi".