Domenica 28 Aprile 2024

In duecento a marciare per la pace

C'era anche la vedova di Samb Modou: "E' bello essere qui con voi"

La fiaccolata per la pace (foto Cabras/New Pressphoto)

La fiaccolata per la pace (foto Cabras/New Pressphoto)

Firenze, 2 gennaio 2015 - Oltre 200 persone hanno animato nel pomeriggio del primo gennaio la Marcia della Comunità di Sant'Egidio "Pace in tutte le terre". Un autobus speciale dell'Ataf ha portato da Piazza Santa Maria Novella a piazza Madonna della Neve, dove una volta erano le Murate e punto di partenza del corteo, 50 immigrati della scuola di italiano della comunità. Sono stati raggiunti cinque luoghi nei quali è stata sviluppata una testimonianza sul tema `Non più schiavi, ma fratelli', titolo del messaggio scritto da Papa Francesco per la Giornata.

Tra gli interventi quello della moglie di Samb Modou, il senegalese ucciso in piazza Dalmazia con Diop Mor: "Sono contenta - ha detto Rokhaya Mbengue - di essere qui con voi. È un giorno bello non solo perché posso ricordare mio marito con degli amici ma perché con lui posso lottare per un mondo migliore, riconciliato come in quel santuario della memoria che e' diventata l'isola di Goree, da dove partivano gli schiavi. Spero di potermi ricongiungere con mia figlia a Firenze e con lei vivere il futuro".

Lungo le tappe si è sentita la forza di testimonianze come quella di Luminita, ex detenuta di Sollicciano: "Grazie agli amici conosciuti a messa a Sollicciano, non mi sono sentita più invisibile e ho ritrovato la speranza. Sono felice di poterlo dire oggi da donna libera e vorrei dirlo per tutte le mie amiche che ho lasciato in carcere e che sono ancora li. Vorrei che per tutte loro si accendesse una luce nel grande buio".

All'arco di san Pierino ha parlato Irfan, 18 anni, profugo pakistano: "Sono in tanti che affrontano un viaggio durissimo e che soffrono moltissimo. In un camion si può stare in dieci persone ma ne mettono 30 e per giorni non si possono muovere né possono mangiare o bere. Quando hai sete a volte hai un solo tappo di acqua per dieci persone... Quando uno straniero viene in Italia per prima cosa devi studiare perché senza la scuola non puoi fare niente". Padre Ionut Coman, responsabile della Comunità ortodossa romena di Firenze, ha tra l'altro ricordato, in via dei Malcontenti, Andrea Cristina Zamfer morta per effetto di un trattamento disumano. Al termine della marcia festa nella palestra dell'istituto San Silvestro, in Borgo Pinti.

Michele Brancale