Fiorentina, l’occasione di Zarate. Promosso, ma non basta

Firenze, 22 aprile 2016 - E’ il più ispirato e le motivazioni non gli mancano. Mauro Zarate scalpitava già da qualche partita. A Udine voleva un’occasione per dimostrare di essere un giocatore full-time e non solo un grimaldello da usare per far saltare le serrature delle difese avversarie quando la situazione lo richiede. Un ruolo che, è vero, sa interpretare bene, ma che può essere riduttivo per uno come lui, abituato a essere il catalizzatore della linea offensiva.

A Udine Maurito ritrova la maglia da titolare dopo tanto tempo – il 13 marzo contro il Verona l’ultima volta – e la voglia di cancellare quel pomeriggio grigio è tantissima. Subito in evidenza, propenso anche allo scambio – non proprio la specialità della casa – e questo è il segnale che l’attaccante è entrato in partita dalla porta principale. Il gol avversario del ‘panterone’ Zapata non lo distoglie dalla sua missione. Si vede come riporta subito la palla al centro e si butta in avanti alla ricerca del pareggio. La squadra lo segue e non è un aspetto da trascurare. Detta i passaggi, chiede la palla e per poco una triangolazione con Blaszczykowski non mette il polacco davanti al portiere avversario. Un soffio. Ma è il preludio di quello che l’argentino combina poco dopo.

Lo spiovente di Tomovic è un cioccolatino su cui si avventa Zarate che di testa cerca l’angolino. Karzenis risponde da campione, ma la voglia di MauZeta è tanta e sulla ribattuta si avventa come un falco. Un gol che è una liberazione per lui e per la squadra che corre ad abbracciarlo. Un modo per rispondere anche a chi pensa che Zarate, con il suo modo di giocare spesso solitario, sia difficilmente assorbito dal resto del gruppo. Chi fa gol ha spesso ragione e Maurito a Udine ha più ragione di tutti.

Giampaolo Marchini