Virgili, l'ultima intervista: "Foto importanti? Quelle con i miei nipoti"

Fiorentina, i ricordi del grande "Pecos Bill" nell'ultima, commovente intervista rilasciata al nostro giornale

ADDIO Beppe Virgili in una recente foto; Pecos Bill è scomparso venerdì sera

ADDIO Beppe Virgili in una recente foto; Pecos Bill è scomparso venerdì sera

Firenze, 12 giugno 2016 - "Vede quelle foto? Quelle sono le più importanti". Poco più di un mese prima di morire, appena uscito dall’ospedale, Beppe Virgili ci aprì la sua casa per un’intervista dedicata ai 60 anni dal primo scudetto della Fiorentina, di cui fu grande protagonista con le sue reti.

Un’intervista video che potete vedere QUI

Mentre parla di quella squadra la stanchezza lascia il posto al sorriso e gli occhi di “Pecos Bill” brillano: "Fu un campionato straordinario, eravamo tutti amici. L’allenatore Bernardini ci diceva di andare in campo tranquilli e facevamo due o tre gol alla volta". In quel ‘55/’56 la Fiorentina vinse il titolo con largo anticipo.

"Prima delle ultime partite – racconta – praticamente non si faceva allenamento. Una sera andammo a Pontassieve con tutti i dirigenti e alla fine della cena il presidente Befani disse di andare tutti allo stadio. Fece accendere le luci dello stadio e giocammo una partita calciatori contro dirigenti".

Era un calcio diverso e che è difficile non rimpiangere pensando alle esasperazioni di oggi: "Avevamo la mensa sopra lo stadio – ricorda Virgili nel video – mangiavamo il giorno della partita e poi giocavamo a carte. Alle due arrivava Farabullini (storico massaggiatore della Fiorentina, ndr) e ci diceva che mezz’ora dopo dovevamo giocare. Allora ci cambiavamo, scendevamo in campo e via due o tre gol alla volta".

Virgili sarebbe un grosso problema anche oggi per le difese avversarie: "Io mi troverei bene oggi , perché andavo su tutte le palle, non avevo paura di nulla".

Nel video Virgili ricorda altri momenti esaltanti, poi si commuove: "Riempivamo gli stadi e tutti facevano il tifo per noi. Era una squadra bella...". A fine intervista, la cosa più importnte, più dei tanti trofei: "Vede quelle foto? Sono i miei nipoti...".

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