Caso Salah, tifosi divisi: "Delusi dalla società", "No: è lui l'ingrato"

I sostenitori viola dicono la loro sul clamoroso addio dell'egiziano

Mohammed Salah (Lapresse)

Mohammed Salah (Lapresse)

Firenze, 4 luglio 2015 - Poca trasparenza, molta buona volontà ma anche una scarsa incisività nei momenti importanti. Una fetta significativa del tifo viola, pur non schierandosi dalla parte di Salah, si dichiara delusa del comportamento della società nella vicenda che ha visto l’addio dell’egiziano. E la prende ad esempio per manifestare il proprio malumore per una stagione, quella che partirà tra un mese e mezzo, che non inizia sotto i migliori auspici.

"I nostri dirigenti dovevano essere sicuramente più accorti e forse anche un po’ più furbi – afferma Carlo Chiarantini, 77 anni – Un contratto o scade nel 2015 o nel 2016. Non ci possono essere dubbi al riguardo. E se scadeva nel 2015 era necessario muoversi prima, con anticipo, per capire quali fossero le reali intenzioni del giocatore. La colpa più grande è non avere avuto il coraggio di essere onesti con i tifosi. Sarebbe bastato dire che l’accordo doveva essere ridiscusso. E nessuno avrebbe protestato. Ora Firenze si sente amareggiata, un po’ tradita, ma soprattutto molto preoccupata. Inter, Milan e Juventus hanno già messo a segno colpi importanti. Noi cosa stiamo aspettando?".

In molti chiacchierano nei bar nei pressi dello stadio Artemio Franchi. Tra i temi di dibattito vi è anche quello dell’annunciato ricorso alle vie legali, che la Fiorentina vorrebbe intraprendere nei confronti di Salah. Una posizione che viene vista come una sconfitta, indipendentemente dal risultato che il tribunale emetterà. "Non si risolvono le beghe di mercato con i giudici – ricorda Luciano Tortelli, 75 anni – Al di là di questo aspetto credo sia evidente un punto: l’egiziano non potrà mai più vestire la nostra maglia. Anche se il giudice decidesse che la Fiorentina ha ragione e il contratto è valido fino al 2016, troverei sbagliato costringere un calciatore a giocare con una maglia che non apprezza. Persino offensivo nei confronti di noi tifosi. Io vorrei una società più chiara, più trasparente".

Nonostante il caldo africano e le brutte notizie sul fronte mercato c’è persino chi si appresta a sottoscrivere l’abbonamento. "No, niente intervista, dovrei essere a lavoro e invece sono qua, pensi come sono ‘scemo’. Questa società non merita tifosi come noi. Che veniamo a fare l’abbonamento il giorno in cui Salah va via, Neto diventa ufficialmente un calciatore della Juve e a Firenze torna un modesto giocatore come Jacovenko. Ma che abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo?".

Ingrato ma anche "vittima" di procuratori senza scrupoli. I dribbling, le reti, gli assist e le giocate spettacolari sono ormai un debole e sbiadito ricordo. Mohamed Salah è considerato dalla maggioranza dei tifosi come l’esempio del giocatore che non deve vestire la maglia viola. E con il quale una società seria e corretta come quella gestita dai fratelli Della Valle non deve più avere nulla a che fare.

"Il calciatore non si è comportato bene, inutile negarselo – ricorda Cesare Barni, 66 anni –. Però gli accordi vanno rispettati, e se Salah ha firmato un impegno ora deve restare. Che gli piaccia o no. Il vero problema però sono i procuratori. Questi calciatori sono dei ragazzi, a 23 anni non si può avere la maturità per capire come gestire simili vicende. E chi gestisce questi campioni di solito ha un unico obiettivo: guadagnare più denaro. E per farlo sono disposti a calpestare contratti e sogni di un’intera città di tifosi".

Uno degli aspetti che fa più pesare la bilancia a favore della società è lo sforzo economico che i gigliati avrebbero voluto compiere, pur di trattenere il Messi d’Egitto. La proposta del raddoppio dell’ingaggio è parsa a molti come la dimostrazione di serietà più evidente. E proprio per questo il rifiuto di Salah ha provocato ancora più rabbia nei tifosi. "Il nostro è un bacino d’utenza medio – sottolinea Gianni Poggini, 47 anni –. Per le capacità della nostra società, offrire quasi tre milioni e mezzo di euro netti all’anno di ingaggio è una cifra enorme. Soprattutto per un ragazzo giovane, che ha fatto benissimo il girone di ritorno, ma che, con tutto il rispetto, ancora deve dimostrare molto. Il rifiuto è il segno inequivocabile che Salah vuole andare altrove. Probabilmente qualcuno gli deve aver messo in testa strane idee. Io di sicuro però sto dalla parte della società".

Molti altri puntano infine il dito contro il giocatore anche perché reo di non essere riconoscente alla compagine che lo ha lanciato. "Dopo gli anni con il Basilea, al Chelsea aveva fallito in pieno – afferma Matteo Piombanti, 18 anni –. È arrivato qui ed è stato subito accolto come un re. La Fiorentina ha vissuto tre mesi bellissimi grazie a lui, ma anche Salah è tornato ad essere un giocatore importante, a livello continentale, grazie alla viola".

Christian Campigli

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