Fiorentina, tutta la verità sul mercato: rifiutati 12 milioni per Vecino. A gennaio arriverà un centrale

Sousa aziendalista pensante. Le scelte sono state condivise. Difesa a tre in attesa di un innesto CALCIOMERCATO, LA TABELLA DEGLI ULTIMI TRASFERIMENTI / I GIOCATORI ANCORA SENZA CONTRATTO Segui con noi le vicende viola con hashtag #fiorentinanazione

Paulo Sousa

Paulo Sousa

Firenze, 2 settembre 2015 - Sufficienza piena, anzi no, che strazio. Giudizi come al solito opposti quando di mezzo c’è la Fiorentina, accusata di ridimensionamento da chi si aspettava un mercato diverso e negli strappi con Montella e Salah (uniti alla beffa Milinkovic-Savic) ha visto il profilo di una declinazione verso il basso. Sousa ha scelto la via dell’aziendalismo con sfumature gastronomiche («Dobbiamo fare le omelette con le uova che abbiamo»), ma anche dopo il ko con il Torino non ha chiesto rinforzi in difesa alla società. Senza poter raggiungere Denayer e per motivi diversi Mexes – obiettivi condivisi – inutile in quel ruolo buttare soldi per altri giocatori poco funzionali. Oltretutto ora è chiara l’intenzione di giocare con la linea arretrata a 3, ruolo in cui possono essere utilizzati Gonzalo, Roncaglia, Astori, Alonso e Tomovic. A gennaio la società tornerà sul mercato per acquisire un centrale che convinca tutti.

Sousa ha avuto la possibilità di incidere sulle scelte di mercato avendo presente il contesto in cui gli operatori di mercato viola si sono mossi: ridimensionamento del monte ingaggi e bilancio equilibrato dopo i 36 milioni di perdita negli ultimi due esercizi. Alla fine – considerati gli stipendi ridotti – il saldo positivo supera probabilmente le speranze iniziali.

La Fiorentina si è privata di Savic per 25 milioni (compreso il valore di Suarez), ma ne ha rifiutati 10 più 2 di bonus offerti dal Napoli per VecinoComportamento apprezzato da Sousa che – nonostante la battuta sull’omelette – per completare il reparto ha trovato un punto di convergenza su Verdù Fernandez: acquisto a basso costo, ma conosciuto dal tecnico e quindi accettato. Dimostrazione è che lo spagnolo è stato inserito ieri nella lista Uefa. Kalinic è stato proposto direttamente da Sousa, su Astori c’è stata ampia convergenza, l’arrivo di Gilberto è stato condiviso e in prospettiva l’idea è quella di utilizzarlo come esterno basso.

CASO Joaquin: la Fiorentina ha tenuto una posizione di rottura fino all’ultimo giorno, quando l’offerta del Siviglia è passata da 250.000 euro a 3 milioni (compreso l’auto-taglio di stipendio effettuato dal giocatore). Solo a quel punto è stata chiusa l’operazione Blaszczykowski, messa in piedi nell’ultima settimana nel caso in cui fosse stato impossibile far cambiare idea a Joaquin; un prestito dal Borussia al termine del quale la Fiorentina avrà un diritto di riscatto a 6 milioni. Operazione più che accettabile in termini anagrafici (Kuba ha 4 anni in meno rispetto a Joaquin) e in termini tecnici (il valore dell’ala polacca è indiscusso). Restano i dubbi sulla sua condizione fisica, perché dopo il gravissimo infortunio al ginocchio le partite sono state poche e i gol ancora meno. Il vero rimpianto del mercato resta Milinkovic-Savic, un’operazione in cui è emersa soprattutto l’ingenuità mediatica della Fiorentina, in possesso dell’accordo scritto con il Genk e di quello verbale con il giocatore. Verbale, non scritto. E spesso la parola nel calcio conta il giusto. E anche l’1-0 nei preliminari Champions, se poi il Bayer Leverkusen vince 3-0 e la Lazio torna a casa insieme a Milinkovic-Savic e al suo contratto.

 Segui con noi  le vicende viola con hashtag #fiorentinanazione

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro