Eterologa & diritti. Un parto difficile

La lettera

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 31 agosto 2014 - CARO DIRETTORE, non sarebbe l’ora di fare definitivamente chiarezza sul diritto delle coppie ad avere figli? Il polverone sollevato da incertezze, fughe in vanti & marce indietro sulla fecondazione eterologa dimostra ancora una volta che la classe politica non è ancora all’altezza di una vera, evoluta società civile. E resta distante dai reali problemi della gente. Lisa Morettini, via mail

Risponde il vicedirettore Mauro Avellini

«I politici hanno un’etica tutta loro, una tacca sotto quella di un maniaco sessuale». La frase è di Woody Allen, ma ciò che sta succedendo intorno alla delicata questione della fecondazione eterologa rende l’idea. Da aprile la Consulta va dicendo che la pratica è possibile e che non c’è un vuoto normativo, mentre il governo, inciampato ai primi del mese sul decreto che doveva regolarla, ha rimandato la questione alle Camere per una nuova legge che rischia di non arrivare. In mezzo ci sono migliaia di famiglie in attesa, ma una sola delibera, quella del governatore toscano, che accelera con un ticket tempi e procedure. La gioia di un figlio è quindi riservata solo a qualcuno, mentre dovrebbe essere accessibile a tutti, ovunque a carico del servizio sanitario pubblico e no profit. Manca ancora un registro, si discute sul numero di donazioni, sull’anonimato totale o parziale e sulla roulette della genetica del nascituro. Dicono che ministero e Regioni si incontreranno la prossima settimana: verrà prima l’etica o la politica?

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