Chiesto l'ergastolo per Riccardo Viti, il mostro di Ugnano. Lui: "Perdonatemi"

L'idraulico fiorentino è in carcere dal 9 maggio 2014 per l'omicidio della giovane romena Andreea Cristina Zamfir, crocifissa a una sbarra. Il Pm: "Viti sapeva che quello che faceva"

Firenze processo di Riccardo Viti (Marco Mori/New Press Photo)

Firenze processo di Riccardo Viti (Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 30 settembre 2015 - "Un sadico sessuale", ma anche "un lucido calcolatore": così il pm Eligio Paolini ha definito Riccardo Viti nel corso della sua requisitoria, che ha concluso chiedendo la condanna all'ergastolo. "Viti sapeva che quello che faceva era pericoloso e che gli strumenti usati potevano provocare alle vittime lesioni gravissime", ha continuato il pubblico ministero.

L'idraulico fiorentino è in carcere dal 9 maggio 2014 per l'omicidio della giovane romena Andreea Cristina Zamfir, crocifissa il 5 maggio dello stesso anno a una sbarra in una strada a Ugnano. Oltre alle violenze nei confronti di Andreea Cristina morta, come stabilito dall'autopsia, in seguito alle sevizie a cui l'aveva sottoposta dopo averla denudata e legata a una sbarra, Viti avrebbe agito nello stesso modo nei confronti di altre 5 giovani donne. Alcune di loro erano state costrette a farsi medicare in ospedale, tutte lo avrebbero riconosciuto e denunciato dopo che le immagini del suo arresto erano finite in tv e sui giornali. Il primo episodio risalirebbe al 17 luglio 2011.

Paolini ha poi precisato che Viti si è sempre dimostrato "estremamente lucido" poiché da un lato dichiarava al pm "di essere pentito e di trovare conforto solo nella fede" ma "contemporaneamente manipolava la situazione chiedendo l'accesso in carcere a un notaio per effettuare una permuta tra un bene da lui posseduto e un bene di valore minore, per sottrarre alle parti civili la garanzia di avere un risarcimento".

"Quello che è successo mi addolora e chiedo umilmente perdono alla famiglia di quella persona» Viti, giudicato in abbreviato, ha rilasciato dichiarazioni spontanee prima che il gup si ritirasse per la decisione, attesa per le 17. "Sono desolato - ha detto Viti - sono purtroppo responsabile di questa morte, ma non ho mai avuto nemmeno l'idea di uscire di casa e uccidere una persona. Non mi sono mai sognato che quella persona potesse morire. Chiedo umilmente perdono. Sono affranto per quello che è successo».

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