Giovedì 18 Aprile 2024

Un francobollo per festeggiare il cappello di paglia

Sarà emesso sabato 29 novembre in 800.000 esemplari

Guglielmo e Vittoria Giovanelli Marconi con Orietta Boncompagni Ludovisi

Guglielmo e Vittoria Giovanelli Marconi con Orietta Boncompagni Ludovisi

Firenze, 26 novembre 2014 - Anche un francobollo per celebrare l'industria della paglia di Firenze in occasione dei suoi 300 anni: la nascita viene fatta risalire al 1714 e a Domenico Michelacci che riuscì a produrre una paglia estremamente fine e lucente, adatta all'intreccio, impiantando anche un laboratorio per la confezione di cappelli per lo più destinati alla vendita all'estero. L'emissione è prevista sabato 29 novembre: si tratta di un francobollo ordinario da 80 centesimi, prodotto in 800.000 esemplari, nella serie tematica 'Le eccellenze del sistema produttivo ed economicò con annullo filatelico. L'evento nasce dalla proposta che il Museo della Paglia e dell'intreccio Domenico Michelacci di Signa, su iniziativa della sua presidente Angelita Benelli assieme all'assessore alla cultura di Signa Giampiero Fossi, ha fatto al Mise. La commercializzazione della paglia nella provincia di Firenze, si ricorda, è documentata già nel 1341, mentre è del 1574 l'attestazione dei cappellai quali appartenenti ad una specifica categoria produttiva. Nel XVII secolo i navicellai di Ponte a Signa che trasportavano sull'Arno le merci tra Pisa e Firenze indossavano cappelli di paglia intrecciata. Si doveva trattare della comune paglia di grano, ottenuta dopo la battitura, rozza e con qualche imperfezione, ma nobilitata dall'accuratezza e dall'ingegnosità della lavorazione. Fino agli inizi del XVIII secolo, infatti, non si era trovato materiale più idoneo ad essere intrecciato e con caratteristiche qualitative migliori del grano gentile rosso che ha fruttato, cioè che ha già prodotto il seme. Michelacci, trasferitosi a Signa dalla Romagna nel 1714, dopo quattro anni di prove sperimentali riuscì a coltivare su queste colline un tipo di grano selezionato che, grazie anche alle caratteristiche dei terreni proprie delle zone tra Signa e Lastra a Signa e attraverso un rivoluzionario sistema di semina e raccolta da lui messo a punto per la prima volta, riuscì a produrre la paglia adatta all'intreccio, impiantando anche il laboratorio per confezionare cappelli. L'industria della paglia, tuttora fiorente, rappresenta il primo prodotto esportato in tutto il mondo, il precursore del made in Italy. «I cappelli di paglia prodotti nell'area fiorentina venivano denominati già nel 1851 Chapeaux de paille d'Italy, ad identificare il nostro Paese ancor prima della sua costituzione come Stato unitario.

Per valorizzare questo settore molto importante del Made in Italy alcuni anni fa è sorto anche il Consorzio "Il Cappello di Firenze" che raggruppa alcune tra le principali aziende toscane che producono i famosi e cappelli di paglia richiestissimi dal tutto il jet set internazionale. Due recentissimi eventi hanno reso protagonista il cappello di paglia: il "Ladies day" di Forte dei Marmi, ideato e organizzato da Andrea Cianferoni dove a fine agosto, all'Hotel Villa Roma Imperiale, alcune aziende del Consorzio (Marzi, Tesi, Frasconi, Grevi, Facopel, Trendintex) hanno esposto i loro cappelli nel parco della villa durante la festa per 250 vip organizzata per il centenario della nota localita turistica e a settembre a New York con la manifestazione "I Hats" all'Italian Trade Commission, durante la quale i compratori americani hanno avuto la possibilità di ammirare, con la collaborazione di Ice e Firenze Fashion Consortium, la produzione di cappelli alta gamma, un segmento che negli Usa vale 15 milioni di euro. Ad esporre le aziende Frasconi, Catarzi, Caterina Bertini, Grevi, Luca Della Lama, Rossomenta e Tesi.