Richard Ginori, non si sblocca la situazione

DoBank conferma il no all'ipotesi di accordo per la cessione dello stabilimento da parte dei liquidatori. L'azienda è disponibile a rilanciare il marchio, ma solo se può acquisire il sito industriale

Un corteo dei lavoratori della Richard Ginori

Un corteo dei lavoratori della Richard Ginori

Firenze, 6 settembre 2017 - Non arrivano buone notizie sul futuro del sito industriale della Richard Ginori, dopo la "fumata nera" alla riunione a Roma al ministero dello sviluppo economico. DoBank ha confermato il proprio no all'ipotesi di accordo definita lo scorso maggio per la cessione dello stabilimento da parte dei liquidatori. Richard Ginori ha ribadito la volontà di proseguire ad investire per il rilancio dell'attività dello storico marchio a condizione però di poter acquisire la proprietà dello stabilimento. In una nota la società spiega che la sua offerta resta valida fino al 30 settembre ma afferma di «non essere disponibile a protrarre oltre il 31 dicembre 2017 una situazione di incertezza che si trascina ormai da oltre quattro anni».

Alla riunione, in rappresentanza del governatore toscano Enrico Rossi, è intervenuto tra gli altri il consigliere per il lavoro Gianfranco Simoncini, il quale ha spiegato che ministero e istituzioni continueranno ad impegnarsi per arrivare ad una soluzione positiva. In tal senso saranno attivati rapporti con i massimi vertici aziendali delle banche coinvolte: DoBank, Bnl e Popolare Vicenza ma anche con Unicredit. «Per la Regione - commenta Rossi in una nota - la difesa della Richard Ginori è un elemento fondamentale per la salvaguardia di uno dei pilastri storici del patrimonio economico toscano. Mi preme sottolineare come da questa vicenda emergano tutti i problemi derivanti dalla cessione di crediti in sofferenza verso istituti che cercano di trarre il massimo profitto, finanche a tre volte quanto pagato con l'acquisizione, senza tener in nessun conto degli interessi generali del territorio». Il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, in una nota, ha espresso «sconcerto», per «la piega surreale che sta prendendo la trattativa»: la situazione «è gravissima e siamo pronti ad appoggiare qualsiasi iniziativa vorranno intraprendere i lavoratori». E ribadisce: «la destinazione d'uso dei terreni non è in discussione e non sarà mai in discussione. Se qualcuno ha in mente qualche speculazione immobiliare, lo invitiamo a riconsiderare i propri progetti»

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