Cerimonia dei dottorati a Palazzo Vecchio, la protesta degli studenti: "Festa fuori luogo visti i tagli alle borse"

Ma l'Ateneo replica: "L'Università di Firenze ha mantenuto lo stesso numero di borse dello scorso anno, nonostante il taglio dei fondi". Gli studenti: "Chidiamo un incontro col Rettore"

Cristina Giachi

Cristina Giachi

Firenze, 10 luglio 2014 - "Mentre l’Ateneo festeggia in grande stile i propri dottori di ricerca, sempre meno giovani potranno intraprendere questo percorso. Il motivo? L’accetta che si è abbattuta sui posti disponibili". A lanciare l’accusa sono gli Studenti di Sinistra. Proprio oggi pomeriggio a Palazzo Vecchio si svolgerà una cerimonia pubblica, alla presenza tra gli altri del rettore Alberto Tesi e del vicesindaco Cristina Giachi, per dare il meritato risalto ai ragazzi che sono riusciti a raggiungere il più alto livello d’istruzione previsto nel nostro ordinamento universitario.

"Una festa fuori luogo – accusano però gli Sds -: siamo infatti di fronte a un taglio del 34% delle borse e del 43% dei posti". Gli studenti riferiscono di "24 posti già tagliati sui 265 totali, principalmente nell’area biomedica e delle scienze giuridiche". A rischio chiusura ci sono poi altri 9 corsi. "Alla base di tutto i criteri ministeriali resi più stringenti. Morale della favola: ottenere l’accreditamento da parte dell’Anvur è diventato molto complicato, anche perché il Miur ha alzato dal 50 al 75% il rapporto tra borse di studio e posti. Visto però che i fondi sono sempre gli stessi, chi si è adeguato alle nuove direttive non ha potuto far altro che tagliare i posti", spiegano i ragazzi. Non tutti i dipartimenti però l’hanno fatto. Ecco perché 9 dottorati rischiano seriamente di essere spazzati via, perché non hanno le carte in regola per sopravvivere la tagliola ministeriale. "L'Università di Firenze ha mantenuto lo stesso numero di borse dello scorso anno, nonostante un taglio dei fondi del 7% – ribattono da San Marco -. Abbiamo anche aumentato lo stanziamento complessivo di 100mila euro per garantire la copertura del 10% dell'importo di una borsa di dottorato da destinare alle attività di ricerca di ciascun dottorando, con o senza borsa, del secondo e terzo anno". 

 

Puntuale arriva la replica degli studenti. "La questione dei posti di dottorato ha avuto rilevanza mediatica. Non si fa attendere la “risposta di San Marco”, che ancora una volta ci dà lezione su come eludere domande scomode. Non solo non entra nella questione (noi scrivevamo sia di posti già tagliati che di interi corsi a rischio perché fuori normativa, quindi anche le stesse borse), non solo ci si crogiola del risultato dell’anno scorso, ben al di sotto del limite di dignità (fissato a una borsa di studio per ogni dottorato!), ma addirittura ci si fregia di aver mantenuto costanti le borse, quando noi sappiamo – bandi alla mano – che non è vero. Dei dottorati pubblicati sul bando odierno 5 corsi aumentano di un totale di 6 borse rispetto alla proposta di aprile, ma altri 4 corsi perdono complessivamente 7 borse, con il saldo di una borsa in meno. Siamo stati però troppo gentili a confrontare il bando di luglio 2014 con la proposta pervenuta ad aprile 2014: se avessimo confrontato i bandi dei due cicli di dottorato diversi avremmo 8 borse e 57 posti in meno! Noi i riferimenti li mettiamo, San Marco i conti come li fa? Un altro modo per sviare il discorso è sbandierare 100 mila euro per le attività di ricerca dei dottorandi, notoriamente insufficienti per le missioni, in particolar modo quelle internazionali, e davvero pochi rispetto alle dichiarazioni di prospettiva e di intenti del rettore Alberto Tesi. Rimane ancora aperta la questione dei 9 dottorati che non soddisfano i requisiti su cui l’UniFI tace con imbarazzo. Per ora bocciamo San Marco sul piano delle argomentazioni – deboli, fuori traccia e fallaci -, chiediamo un incontro urgente al Rettore per provare a non bocciare almeno la fiducia, probabilmente da noi mal riposta".

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