Caso del bimbo denutrito, "Dieta vegana solo con coscienza. Senza vitamine ci sono rischi"

Paolo Lionetti (Meyer): "Serve un'adeguata conoscenza alimentare"

Il dottor Paolo Lionetti

Il dottor Paolo Lionetti

Firenze, 3 luglio 2015 - E’ stato ricoverato anche in terapia intensiva. Ora sta meglio il bambino di 11 mesi arrivato al Meyer dall’ospedale di Pisa per una grave forma di denutrizione: lo stanno curando nel reparto di Malattie metaboliche. Sotto accusa la dieta vegana – quindi priva di carne, pesce, uova, latte e latticini, miele – dei genitori che vivono in un piccolo centro vicino a Pontedera. Cos’è successo? I genitori sono indagati dalla procura di Pisa per maltrattamenti in famiglia. L’indagine è scattata d’ufficio dopo la segnalazione ricevuta dall’ospedale dove il piccolo era stato portato per alcuni malesseri. Sull’episodio sta conducendo una serie di accertamenti anche la polizia. Secondo quanto appreso, la procura vuole stabilire se vi sono state condotte delittuose da parte dei genitori.

Si mira a capire se il bimbo sia mai stato seguito da un pediatra e, in caso affermativo, se il medico non si fosse accorto di eventuali problemi o atteggiamenti alimentari sconsiderati da parte dei genitori. L’indagine, si apprende da fonti investigative, è solo all’inizio e l’iscrizione dei genitori nel registro degli indagati è principalmente un atto dovuto anche per consentire loro di nominare propri consulenti se si ritenesse necessario svolgere accertamenti. E’ possibile che la madre alimentasse il piccolo principalmente con il suo latte. Ma il latte di una mamma che segue un’alimentazione vegana è povero in nutrienti. Servirebbe un’adeguata supplementazione di calcio, zinco ferro e vitamina D. Particolare attenzione va posta all’assunzione di vitamina B12, essenziale per la sintesi degli acidi nucleici, l’eritrocita e la mielina del sistema nervoso centrale. La sua deficienza può portare a sintomi gravi e a volte irreversibili. Una dieta vegana che non preveda adeguate fonti di vitamina B12 è particolarmente a rischio di carenza.

Come dev’essere alimentato un bambino nel primo anno di vita? «Il primo anno rappresenta il periodo della vita in cui si cresce di più. In un anno il lattante triplica il suo peso e aumenta in lunghezza del 50%. Il lattante ha inoltre un particolare sviluppo del cervello. Per questo motivo in questo periodo della vita si hanno particolari bisogni nutrizionali. Il fabbisogno energetico passa da 100 calorie per ogni chilo di peso al giorno nel primo anno di vita a 90-85 calorie dai due ai sei anni. Ma si deve rispettare una precisa ripartizione dei nutrienti», spiega il professor Paolo Lionetti, responsabile della Gastroenterologia e Nutrizione del Meyer.

Quindi, professore, come dev’essere ripartito il fabbisogno di nutrienti del bambino? «L’apporto di proteine deve rappresentare il 10-12% delle calorie totali. L’apporto di grassi passa gradualmente dal 50% delle calorie totali nei primi 6 mesi al 30% alla fine del secondo anno di vita. Il fabbisogno di carboidrati, dal 40% dei primi sei mesi di vita sale al 50% nel secondo anno di vita e dovrebbe raggiungere il 55-60% nel corso del terzo anno».

Si parla di proteine e grassi, in una misura importante. Ma se la dieta esclude carne, uova, latte, com’è possibile assumerne? La dieta vegana è compatibile con un corretto sviluppo del bambino? «Le diete vegetariane integrali che comprendano la somministrazione del latte materno devono essere correttamente pianificate in modo da soddisfare le richieste nutrizionali in gravidanza ed allattamento e i fabbisogni nutrizionali del lattante. Le diete latto-ovo-vegetariane, dove viene esclusa la carne ma non latte e uova, solitamente non danno problemi. Se invece si vogliono seguire diete vegetariane vegane, lo si deve fare con un’adeguata conoscenza alimentare. Ci sono nutrienti che sono fonti di vitamine indispensabili, se non si assumono è necessario prevedere supplementazioni adeguate, altrimenti si corrono gravi rischi nutrizionali, dovuti a carenza di vitamine. Una mamma che segua il regime vegano nella fase di allattamento è indispensabile che provveda a integrare la sua dieta con vitamine B12, D, folati, zinco, calcio, altrimenti offrirà un latte carente al bambino che prende solo latte materno. Insomma, non dico che la dieta vegana non si possa seguire anche in età pediatrica, ma dev’essere fatta con coscienza».

Si può nutrire un bambino solo con il latte materno? ​«Il latte materno è un alimento specie-specifico ideale per l’alimentazione del lattante umano fornisce un apporto nutrizionale ottimale per la crescita e lo sviluppo. Copre da solo i fabbisogni nutrizionali fino al sesto mese di vita. Dopo, con il divezzamento il bambino comincia ad assumere cibi semi-solidi e solidi. L’allattamento materno nell’ambito di una alimentazione complementare può essere proseguito fino a tutto il primo anno e oltre. In caso di mancanza del latte materno si deve ricorrere ai latti formulati che sono modificati in modo di avere una composizione più simile a quella del latte materno».

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